mercoledì 6 marzo 2019

Firenze: la svolta rinascimentale. Donatello

DONATELLO

Studio dell'antico e sensibilità moderna




Tabernacolo dell'Annunciazione. 1435. Donatello. Firenze



Donatello. Creazione di Eva. 1405-1407






Amico di Brunelleschi e di Masaccio, Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello (1386-1466), partecipa da grande protagonista alla civiltà del Rinascimento condividendone profondamente gli ideali e le innovazioni tecniche, a sperimentare in un opera la prospettiva (centrale). 
La sua lunga attvità presenta contiinui scarti, in cui lo scultore passa da sentire aspirazioni di sereno classicismo ad espressioni di violenta drammaticità. 
Fa della scultura il mezzo per riflettere sule grandi verità umane: le materie più varie dal marmo al legno, alla terracotta, allo stucco policromo, al bronzo, vengono piegate ai fini espressivi dello scultore. 
Può essere esemplificativa la Creazione di Eva oggi al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, probabilmente, in origine, parte di un altare. 
Si tratta di una terracotta vetrinata, coperta da un leggero strato di vivere ceramica: una tecnica rara, anticipatrice di quella utilzzata anni dopo da Luca della Robbia, tramite la quale Donatello riesce ad ottenere una resa morbida e cedevole delle carni, che carica di tenerezza e di umanità l'interpretazione di questo episodio biblico. 

Un confronto significativo: i crocifissi di Brunelleschi e Donatello





Filippo Brunelleschi. Crocifisso. 1410-1415. Firenze. Santa Maria Novella




Donatello. Crocifisso. 1406-1408. Santa Croce





I due Crocifissi scolpiti da Donatello per Santa Maria Novella a Firenze. 
Le due croci furono scolpite a distanza di qualche anno l'una dall'altra. Perfettamente inscrivibile in un quadrato, il Cristo di Brunelleschi è un'immagine di assoluta naturalezza, dalla grande precisione anatomica. Delicato ed elegante, proporzionato ed armonioso, esso traduce in immagine la divinità: quello che Brnelleschi vuole rappresentare è "Cristo crocifisso visto come un uomo morto per un ideale alto e sacro. Si tratta, probabilmente, della prima opera rinascimentale della storia dell'arte". 
Il cristo di Donatello è volutamente sgraziato e disarmonico nelle forme, colto nel momento dell'agonia, con il volto teso e contratto: lo scultore mette in evidenza la cerità umana di Cristo, puntando su una raffigurazione di intenso patetismo. 

L'attività giovanile, nei cantieri di Santa Maria del Fiore e Orsanmichele




Nanni di Banco. Sant quattro coronati. 1411-1414. Firenze. Orsanmichele




Donatello. David. 1408





Donatello. San Marco. 1411-13. Orsanmichele




Donatello. San Giorgio. 1417



San Giorgio uccide il drago. 1417






Donatello. Il profeta Abacuc. 1423-1425








Donatello. Banchetto di Erode. 1425-1427. Siena Battistero





















Fondamentali nella formazione di Donatello si rivelano l'amicizia con Brunelleschi, con il quale compie giovanissimo, tra il 1402 e il 1404, un viaggio a Roma a studiare le vestigia dell'antico, e l'attività svolta nei cantieri di Santa Maria de Fiore e di Ordanmichele, dove Donatello entra in contatto con la materia tecnica del Ghiberti e dove condivide, con il coetaneo Nanni di Banco (ante 1390-1421), la volontà di un rinnovamento della plastica fiorentina. 
Nanni di Banco reagisce precocemente alle leziosità tardogotiche rialalcciandosi alla lezione dell'antico. Quattro Santi Coronati, scoliti per la corporazione dei maestri di legname in una delle nicchie della Chiesa di Orsanmichele: figure severamente atteggiate esemplate sulla statuaria classica (i volti riprendono i ritratti degli imperatori romani)che avrannoo grande peso nelle scelte stilistiche di Masaccio. 
L'evoluzione di Donatello giovane emerge dal David commissionato all'artista del 1408 per uno dei contrafforti del Duomo fiorentino, venendo acquistata nel 1416 dalla Signoria, per esporla nell'omonimo palazzo fiorentino e il San Marco affidatogli nel 1411 dall'Arte dei Linaioli per una elle nicchie di Orsanmichele. Se il David è l'esito di una personale rilettura del Gotico Internazionale, il San Marco di Orsanmichele, esemplato sul modello delle statue romane dei senatori, rivela l'approdo di Donatello ad una concezione ormai pienamente rinascimentale. 
Il San Giorgio che Donatello consegna nel 1417 all'Arte dei Corazzai e Spadai per una delle nicchie di Orsanmichele. 
La statua di Donatello, ben piantata sulle gambe, è solo apparentemente bloccata in una posa statica; la percorrono un'energia trattenuta a fatica e una tensione psicologica concentrata nel volto intenso del Santo guerriero: San Giorgio, protetto dall'armaturra e scudo in bella vista, è colto nell'attimo in ci si prepara ad affrontare il drago. 
Il combattimento vero e proprio avviene nel rilievo che orna la base della statua. Donatello lo realizza riprendendo la tecnica antica dello stiacciato, del rilievo bassissimo, che permette di applicare alla scultura i mezzi pittorici. Costruisce la scena secondo le regole della prospettiva centrale, scorciando l'edificio sulla destra e la grotta sulla sinistra e puntando con l'attenzione sul concitato combattimento di San Giorgio con il drago, che rimanda a modelli antichi probabilmente visti sui saarcofaghi romani; la figura della principessa ricorda il tipo classico della danzatrice. Donatello concepisce l'antiico, come uno stimolo a rappresentare la natura umana. 
Il profeta Abacuc, scolpito per il campanile di Giotto e quasi subito soprannominato lo Zuccone, questa scultura dal volto ascetico e terribile, coperta da un panneggio peesante e fisicamente percepibile, è una prova amgistrale di verità naturale. 
Negli stessi anni dell'Abacuc, Donatello realizza per il fonte batttesimale  del Battistero di Siena il rilievo in bronzo dorato raffigurante il Banchetto di Erode. 
Lo scultore, rinuncia a realizzare l'episodio con la sola tecnica dello stiacciato, mentre le figure in primo piano presentano un forte oggetto. 
Il banchetto si svolge nel palazzo di Erode, definito da un doppio ordine di arcate in prospettiva: esse ci permettono di penetrare nelle sale dell'antico edificio del tiranno, dove si vede sfilare la testa del Battista su un piatto e dove alcuni musici accompagnano la danza di Salomé. Il primo piano è concentrato sulla scena della consegna della testa del Battista ad Erode, fatto che provoca il concitato movimento degli astantisconvolti dall'orrore. 

Donatello nella Firenze medicea






Donatello. Cantoria 1433-1438






Donatello. David-Mercurio. 1443












Nel 1433 viene affidata a Donatello dall'opera di Santa Maria del Fiore la realizzazione di una cantoria da collocare sopra la parte della Scoperta dei Canonici nel Duomo fiorentino (terminata nel 1438). 
Donatello divide la superficie della cantoria orizzontalmente in due parti identiche, quella inferiore con cimque mensole fortemente aggettanti e quella superiore con un fregio continuo di angioletti danzanti su un letto di foglie e fiori ispirato a sarcofaghi antichi, I putti sono raffigurati nel mezzo di una corsa sfrenata o di un tripudio (il soggetto tratto da uno dei Salmi biblici, nei quali si invita a lodare il Signore con canti e danze), entro uno spazio che si finge essere quello di un portico: le colonne binate che scandiscno la cantoria, sono staccate dal fondo. 
Sulle colonne, sul fondo del fregio e nei riquadri tra le mensole Donatello fa ampio uso del mosaico, riallacciandosi alla tradizione cosmatesca. 
Spunti tratti liberamente da monumenti paleocristiani e rromanici concorrono, a creare un'opera di staordinaria e materica capace di piegare la freddezza del marmo ad effetti intensamente pittorici. 
David-Mercurio bronzeo realizzato da Donatello per il cortile di Palazzo Medici intorno al 1443. Ambiguo rimane il significato della scultura, identificabile in Davide con la testa di Golia oppure nel dio Mercurio, protettore dei commerci, con la testa di Argo ai suoi piedi. Donatello non rinuncia a caratterizzare con un acuto senso realistico le fattezze del giovane. 

Il soggiorno padovano (1443-1453)







Donatello. Monumento equestre a Erasmo da Narni. Il Gattamelata (1443-1453). Padova





Donatello. Madonna col bambino fra i Santi Antonio e Francesco. 1446-1450. Basilica di Sant'Antonio. Padova




Donatello. Miracolo dell'asina di Rimini. 1446-1448. Basilica di Sant'Antonio. Padova




Donatello. Deposizione di Cristo 1446-1448. Basilica di Sant'Antonio. Padova 






Nel 1443 Donatello si trasferisce a Padova e vi rimane per un decennio: l'ooccasionee del tresferimento gli viene offerta dalla Statua equestre di Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, condottiero della Repubblica Veneta morto in quello stesso anno. 
Il monumento de ìl Gattamelata (1443-53) si trova di fronte alla Basilica di San'Antonio, alto su un basamento di marmo, che non fu mai destinato a contenere le spoglie del condottiero. Si tratta di un cenotafio, un monumento alla fama del defunto. Donatello si rifà ai gruppi equestri del Marco Aurelio, del Regisole di Pavia, dei cavalli di San Marco a Venezia. 
E' il primo compiuto monumento rinscimentale, concentrato sulla virtus dell'uomo di azione, capace di cambiare la storia: ritto sul proprio cavallo, guidato al passo (una delle zampe anteriori poggia, per motivi statici, su una palla da cannone), e vestito della sua ricchissima armatura, Erasmo da Narni fissa volitivo lo sguardo dritto davanti a sé, come un imperatore romano. 
Donatello viene incaricato dedll'esecuzione del nuovo Altare maggiore della Basilica di Sant'Antonio (1446-1450), resa possibile da un'ingente quantità di denaro lasciata nel 1446 alla venerata arca di San'Antonio. 
L'altare del Santo è il frutto di una ricomposizione ottocentesca del 1895, su disegno di Camillo Boito. 
E' possibile avere un'idea del suo assetto originario, pensando alla struttura e alla composizione della Pala di San Zeno di Andrea Mantegna: come una sacra conversazione, le statue della Madonna e dei Santi erano collocate sotto un baldacchino non troppo profondo; sul basamento di questo, trovavano posto, i rilievi con i Miracoli di San'Antonio, la Deposizione e la libertà di Cristo, i simboli degli Evangelisti e le formelle con angeli cantori e musicanti. 
Nell'Altare del Santo, lo scultore fiorentino tocca tutte le corde della sua arte. Fulcro dell'intera composizione è la statua della Vergine, colta nel momento in cui mostra il Bambino ai fedeli, alzandosi dal suo trono fiancheggiato da due sfingi (allegorie della sapienza) e decorato sullo schienale con un rlievo rassicurante Adamo ed Eva  (la Madonna è considerata la seconda Eva, che libera gli uomini dal peccato commesso dalla prima).
Alla ritualità e all'immobilismo dell'immagine della Madonna fanno da controcanto  le Statue dei Santi, e le scene dei miracoli dì Sant'Antonio, in cui è profusa una straordinaria enfasi drammatica. 
I Miracoli del Santo sono vissuti da una folla vociante e sconvolta, che Donatello descrive persona per persona, senza mai cadere in facili schematismi.  Il modellato franto e le linee profondamente incise nel rilievo bassissimo contribuiscono a creare un'atmosfera irreale, assecondata da continui lampi di luce. 
L'apice assoluto del pathos drammatico è però toccato nella Depposizione di Cristo, realizzata in pietra di Nanto scolpita e intarsiata con pietre dure: schiacciate in primo piano da una voluta assenza di sapzio, le figure dei dolenti esprimono una sofferenza straziante, che ne altera i tratti del volto, riducendoli a maschere. 
L'inquietudine che attraversa i rilievi dell'Altare del Santo è uno dei primi segni della crisi delle certezze rinascimentali. 

L'ultima attività fiorentina





Donatello. La Maddalena. 1455





Donatello. Pulpito della Chiesa di San Lorenzo. Padova 











Al ritorno dal lungo soggiorno padovano, Donatello si trova isolato nella propria città. 
Le sue opere tarde stridono fortemente. In esse Donatello inasprisce ulteriormonete l'espressionismo dei rilievi padovani: esemplari in qursto senso possono risultare la statua lignea della Maddalena (1455), macerata da digiuni e penitenze, e i rilievi realizzati, per gli amboni della Chiesa di Lorenzo (su cmmissione di Cosimo dé Medici), caratterzzati da un'atroce drammaticità e da una sorta di "violenza" compositiva. 


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