domenica 3 marzo 2019

Filippo Brunelleschi. Filippo Brunelleschi, la cupola di Santa Maria del Fiore

FILIPPO BRUNELLESCHI



Santa Maria del Fiore. Firenze


Cupola di Santa Maria del Fiore. Firenze. Filipp Brunelleschi


Lanterna della cupola di Santa Maria del Fiore. Filippo Brunelleschi


Tribuna della cupola di Santa Maria del Fiore. Filippo Brunelleschi



Filippo Brunelleschi, la cupola di Santa Maria del Fiore

La Cupola di Santa Maria del Fiore, grande congegno tecnico e cuore della valle dell'Arno e della città di Firenze. 

Problemi da risolvere nel cantiere della Cattedrale 

Il canti ere del Duomo, del quale nel 1367 era stata conclusa la grande tribuna absidale e nel 1410 era stato terminato il tamburo, si era arrestato davanti al problema dell'innalzamento della grande cupola. 
Nel 1307 si erano decise altezza, larghezza (quasi 42 metri di diametro) e sesto (curvatura) della cupola, ma nel corso degli anni traagliati seguiti alla peste del 1348 le noozioni fondamentali per voltarla si erano perdute. 
Il problema maggiore era costituito dal costo dei ponteggi, che secondo i sistemi trdizionali sarebbero divuti partire da terra, e delle centine per sorreggere la cupola in costruzione. 
Erano necessarie diverse macchine per ovviare ai problemi che via via si sarebbero presentati. 

Il concorso del 1418:
le soluzioni di Brunelleschi

Per trattare la complessa figura di architetto-ingengere che guidasse il cantiere di Santa Maria del Fiore, l'Opera del Duomo e l'Arte della Lana bandirono nel 1418 un concorso pubblico: Brunelleschi, lo vinse e gli venne affiancato il Ghiberti, il quale uscì però presto di scena. 
L'architetto fiorentino ideò un geniale siistema di costruzione che portò, (1420-1436), ad innalzare sul tamburo ottagonale la grande Cupola di Santa Maria del Fiore, a sesto acuto e realizzata in mattone, con otto costoloni terminati in una lanterna. Brunelleschi progetto infatti uuna cupola autoportante a doppia calotta, cioè una struttura da erigersi senza centine (armature in legno) e costituita da due calotte parallele, quela esterna con lo scopo di proteggere la costruzione dall'uido  e di rendere "più magnifica e gonfiata" la cupola. 
Tra le due calotte corrono diversi camminamenti, che rendono interamente percorribile la cupola. Per lo scarico di pesi e spinte, oltra ai costoloni e a diversi elementi verticali e orizzontali, l'architetto ricorse all'utilizzo di mattoni disposti a 'spina-pesce'. Il problema dei ponteggi per gli operai fu risolto in modo acutissimo: all'inizio della costruzione, si usarono ponteggi infilati nel muro (sia all'esterno che all'interno); alle quote più alte con la forte  inclinazione della muratura, fu crato un ponteggio sospeso nel vuoto, appoggiato, tramite travi, a piattaforme fissate a quote inferiori utilizzate come deposito dei materiali. 
Brunelleschi seguì nei minimi particolari la costruzione: controllò di eprsona mattoni e pietre; fornì modelli agli scalpellini; ideò complesse macchine, carrucole e montacarichi; progettò le imbarcazioni pe trasportare lungo l'Arno marmi e mattoni, 

Il concorso per la lanterna della cupola

Nel 1432 Brunelleschi si sottopose ad un altro conocrso per la realizzazione della lanterna. Lo vinse ancora una volta (1436) grazie ada alcune sottigliezze tecniche. Armoniosa creazione rinascimentale, la lanterna brunelleschiana si connota come elemento formale e statico: unisce infatti i costoloni della cupola, regge alle più violente raffiche di vento, lascia penetrare il sole, attraverso le sue lunghe finestre verticali, anche quando questo è alto in cielo. 

Le 'tribune morte': ultimo progetto di Brunelleschi per la cupola

Brunelleschi continuò a lavorare nel cantiere, e progettando nel 1439 le 'tribune morte', edicole semicircolari ideate per puntellare i lati dell'ottagono della cupola non rinforzati dalle volte delle tre absidi e della navata. Le 'tribune morte', sono scavate da profonde nicchie termnanti in conchiglie e scandite da doppie mezze colonne corinzie. 
Strutture create a scopo sstatico, sono anche elementi di evidente derivazione classica, che mediano tra la base gotica della chiesa e il suo ballatoio rinascimentale.

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