mercoledì 15 febbraio 2017

Jacques - Louis David

Jeacques – Louis David

La pittura come stimolo alle virtù patriottiche


Belisario che riceve l'elemosina. 1781

Dopo una foormazione compiuta in ambito tradizionale, Jacques – Louis David (1748 – 1825) ottiene l'ambitissimo Prix de Rome che gli permise nel 1775, di raggiungere l'Italia. Il quinquennale sooggiorno romano fu per lui un periodo, ricco di esperienze fondamentali, come la scoperta dell'arte italiana (non solo l'antico ma anche Michelangelo, Raffaello, Caravaggio) e, verosimilmente, la conoscenza degli scritti di Winckelmann, Mengs e di altri teorici del Neoclassicismo.
In occasione di un viaggio a Napoli del 1779, che lo indusse a liberarsi delle esperienze precedenti per guardare agli antichi con gli occhi di Raffaello, come esempio di stile e di grandezza umanistica. Vi è Belisario che riceve l'elemosina (1788), in cui emergono elementi autenticamente nuovi come l'immaginazione fondata su un rigoriso incrocio di verticali e di orizzontali e la focalizzazione sugli aspetti essenziali per una chiara comprensione dell'immagine. I rari acessori, l'iscrizione, l'elmo rovesciato a indicare la disfatta, si caricano di una muta eloquenza. Rievocando la vicenda del generale bizantino Belisario in disgrazia, vecchio, cieco, riconosciuto da un soldato che aveva militato ai suoi ordini proprio mentre riceve l'elemosina da una passante, propone un messaggio morale, una meditazione sulla caducità della forza da mantenere anche nelle avversità.

Il giuramento degli orazi:
la pittura come insegnamento morale


Il giuramento degli Orazi. 1784 - 1785


Su questa via, si pone anche il Giuramento degli Orazi (1784 – 1785), David realizza una sintesi di forma e contenuto.
Per quest'opera l'artista volle trasferirsi a Roma, dove la espose per breve tempo nel suo studio, nell'agosto del 1785, con grande successo di pubblico, prima di trasferirla a Parigi. Il soggetto deriva dallo storico latino Tito Livio e dal tragediografo francese Pierre Corneille, ma David scelse un momento che non trova riscontro nelle fonti, quando i tre giovani romani giurano i combattere fino alla morte sulle tre spade che il padre sorregge davanti a loro. L'azione si svolge in un ambiente spoglio, di geometrica concisione, sullo sfondo di tre grandi arcate. I personaggi sono allineati in primo piano e come incatenati: i tre giovani, il padre, le donne di casa piangenti, contrapposte alla volontà indomita delle figure maschili. Il Giuramento sembra incarnare quegli ideali di coraggio e di determinazione che di lì a poco avrebbero animato molti tra i protagonisti della Rivoluzione francese.
Nel 1789, il dipinto “I littori portano a Bruto le salme dei figli” (1789, Parigi, Museo del Louvre) venne salutato come un simbolo repubblicano, emblema di un'età intransigente e sublime: Bruto vi è infatti colto nella sua solitaria meditazione, dopo aver fatto decapitare i figli, colpevoli di tradimento. 

L'arte al servizio della Rivoluzione


Le Sabine. 1799


L'opera di David è il principale riferimento nella formazione di un'estetica repubblicana protesa all'esaltazione di valori quali la libertà, l'uguaglianza, il predominio ei diritti collettivi su quelli individuali: l'artista fu deputato alla Convenzione e votò la morte del re, fece parte del Comitato di salute pubblica, riformò l'insegnamento e le istituzioni artistiche dopo la soppressione dell'Accademia si occupò di musei, dei teatri, dell'urbanistica, organizzò le feste le cerimonie della rivoluzione e ne celebrò i martiri come Marat (1793) e Joseph Bara (1794). 
La morte di Marat (1793), David crea una sorta di Pietà laica in cui tutto, dai particolari realistici alla scelta di un determinato tipo di illuminazione di ascendenza caravaggesca. Fa risaltare il volto di Marat avvolto nel turbante, santificato dal sacrificio ( e non deve essere casuale la citazione quasi letterale del braccio abbandonato come quello del Cristo nella Deposizione di Caravaggio).
David finì in carcere e cominciò a dipingere una serie di ritratti di inonazione aggraziata e sentimentale, quasi per reagire a chi gli rimproverava un'eccessiva asprezza. Il pittore risentiva del mutato clima politico, e anche quando come Le Sabine (1799), proponendo l'immagine delle donne e dei bambini che si interpongono tra i loro uomini e i Romani, esprime un pesante invito alla riconciliazione nazionale.

Pittore ufficiale di Napoleone

Con Napoleone, David poté offrire un contributo di primo piano alla divulgazioene dell'immagine eroica del Primo Console prima e dell'imperatore poi. Bonaparte al Gran San Bernardo (1800), dove il condottiero valica le Alpi con le sue truppe, in un atteggiamento fortemente idealizzato di sapore romantico.
L'Incoronazione di Napoleone (1805 – 1809), una tela di estese dimensioni che celebra, con grande solennità e precisa attenzione al dettaglio, la consacrazione di Napoleone a Imperatore avvenuta nella Chiesa di Notre Dame a Parigi nel 1804.
Con la Restaurazione, David andò in volontario esilio a Bruxelles, dove rimane fino alla morte, dipingendo ancora ritratti e quadri mitologici fondati sui sentimenti teneri e delicati in cui viene proposta una nuova visione, sconcertante e insieme realistica dell'Antichità.
Marte disarmato da Venere e le Grazie, ultima grande opera di David, in cui si celebra il potere rasserenante dell'amore che trionfa sullo spirito guerresco.
Il passato dei miti diventa così un mondo perduto che si prospetta anche come rifugio per le delusioni del presente.

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