mercoledì 22 febbraio 2017

Bertel Thorvaldsen

Bertel Thorvaldsen

La lontananza delle passioni


Giasone. 1802 - 1827


Bertel Thorvaldsen (1770 – 1844), nato e morto a Copenaghen, ma vissuto a Roma (dove era arrivato nel 1797).
Per Thorvaldsen gli inizi non furono facili, tanto che egli stava per rientrare in patria quando nel 1802 modellò il Giasone (riprodotto in marmo solo nel 1827) che gli avrebbe dato la notorietà. Ispirandosi all'antico, ed in particolare ai canoni di Policleto, ci dà dell'eroe una versione esangue, quasi astratta ad ogni passione e ad ogni movimento. Nel caso del Giasone, non cogliamo nessun segnale di fatiica o di tensione, e l'eroe ci viene incontro a passi leggeri, apparizione che si direbbe confacente a quell'ideale di bellezza sostenuto da Winckelmann.

Dall'eroismo alla grazia


Ganimede dà da bere all'aquila di Giove. 1817


A Thorvaldsen, si pensò quando, arrivando Napoleone nel 1812 a Roma, si vollero rinnovare le decorazioni delle Sale del Quirinale. Egli eseguì il Fregio di Alessandro, una fascia a stucco lunga oltre trenta metri, in uno dei saloni delle feste: il soggetto era l'ingresso di Alessandro Magno, allusivo l'arrivo di Napoleone a Roma. 
Con lo scultore danese si concludeva così la parabola del Neoclassicismo. Anche messo di fronte agli dèi dell'Olimpo. Thorvaldsen, per le sue sculture, quelli meno folgoranti e invece più intimi, seducenti, familiari e fin troppo aggraziati come le Muse, le Grazie, Ganimede che da da bere all'aquila. 

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