mercoledì 22 febbraio 2017

Andrea Appiani

Andrea Appiani

Il cantore italiano di Napoleone


Ingresso dei Francesi a Milano il 15 maggio 1796. 1803


A Monza, nella Roronda che si trova nell'ala sinistra della Villa Reale, il pittore Andrea Appiani (1754 – 1817), dipingendo nel 1789 la storia di Amore e Psiche, soffusa di luce e capace di coniugare prospettive classicistiche e grafia lombarda.
Dopo l'arrivo dei Francesi a Milano, il pittore, giovandosi di un personale rapporto di amicizia con Napoleone, ottenne importanti incarichi ufficiali dalla Repubblica Cisalpina. Allestì apparati decorativi per le feste repubblicane, a inventare allegorie per le medaglie repubblicane, a ritrarre Napoleone e i principali esponenti della nuova classe dirigente.
Nei Ritratti di Napoleone si registra l'adeguarsi della pittura ai passaggi della storia, dalla fase repubblicana a quella imperiale, nell'Apoteosi di Napoleone affrescata nel 1808 nel Palazzo Reale di Milano (l'opera, danneggiata nel 1943, è ora a Villa Carlotta, a Tramezzo di Como).

Realismo e allegoria nei Fasti di Napoleone


Apollo e Dafne. 1800


Il Parnaso. 1812



I Fasti di Napoleone, un ininterrotto nastro monocromo su tela realizato tra il 1803 e il 1807 per la Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano, in cui gli elementi realistici diretti convivono con la tendenza alla propensione allegorica. 
Venne distrutto durante i bombardamenti del 1943, le trentasei incursioni che ne furono tratte tra il 1807 e il 1816, le quali ci consentono di ammirare un precoce esempio italiano dell'interazione tra pittura e storia contemporanea, su un piano di continui richiami a modelli illustri, dai Trionfi di Cesare di Mantegna ai rilievi della Colonna Traiana.
Appiani abbandona i riferimenti alla tradizione lombarda per accostarsi, maggiormente a un'impostazione romana, evidente non tanto nell'affresco dipinto per Casa Sannazaro a Milano con Apollo e Dafne, quanto nell'affresco col Parnaso dipinto nel 1812 nella Villa Reale di Milano per conto del viceré Eugenio di Beauharnais.

Oltre il classicismo: la ritrattistica


Anna Maria Porro Lambertenghi Serbelloni. 1811 - 1813


Appiani ottenne il favore della committenza privata. Appiani rivela un'acuta capacità di indagine sociale e psicologica e anche una cordiale partecipazione umana quando coglie la fisionomia de protagonisti della cultura e della politica del tempo: Parini, Canova, Bodoni, i grandi esponenti di famiglie aristocratiche come i Serbelloni, i Melzi, i Belgioioso, o generali di spicco dell'esercito napoleonico come Desaix e Bertier.
Nella ritrattistica femminile, si manifestava una poesia discreta e profonda. Tale lagame è confermato dai delicati incarichi che gli vennero conferiti: in collaborazione con Giuseppe Bossi, la riorganizzazione dell'Accademia di Brera a Milano e la costituzione della Pinacoteca.

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