mercoledì 15 novembre 2017

Le premesse del Novecento. Dal postimpressionismo al Novecento. Le Secessioni di Monaco, Berlino e Vienna

Le premesse del Novecento

Dal postimpressionismo al Novecento


Paul Cézanne. La montagne Saint-Victoire et le Chateau Noir, 1904-1906


Il Novecento artistico si apre con un profondo conflitto. Erano venute meno all'arte visiva alcune delle caratteristiche che l'avevano distinta per millenni: la necessità di celebrare la storia e di porsi come supporto alla narrazione, assorbite dalla fotografia e dal cinema di carattere documentario, la necessità di porsi some elemento educativo visto che l'uomo occidentale si avviava a non essere più prevalentemente analfabeta; la spinta alla decorazione, ovviata da stoffe e manufatti artigianali. Si perdeva così la maggior parte dei motivi per cui l'arte era stata, eteronoma, cioè dipendente da altre discipline o da esigenze che non avevano a che fare con essa, e si sviluppava l'idea di art pour l'art,'arte per l'arte', cioè di ambito disciplinare in piena autonomia a cui veniva chiesto solamente di esprimere senso. L'arte del Novecento diventa un campo di autonomia del pensiero. Essa non è tenuta a rispondere ad alcuna esigenza esterna a se stessa, almeno in quei paesi nei quali non è stata imbrigliata da diktat autoritaristici di varia natura. Ma eteronomia e autonomia continueranno a incrociarsi per tutto il secolo, dal momento che l'impegno politico e didattico è spesso tornato in auge non soltanto nei paesi autoritaristici, ma anche laddove l'artista si è sentito vincolato a una spinta etica che gli imponesse un rapporto con il sociale. Una visione fortemente autonomistica dell'arte è incarnata a Paul Cézanne. L'artista francese è da molti considerato il padre della pittura moderna. 
Egli passò gran parte della sua vita a dipingere la montagna Saint-Victoire nei pressi di Aix-en-Provence, nel sud della Francia. Cézanne cercò di fissare sulla tela il suo aspro profilo da diverse prospettive. Il massiccio montuoso che domina la pianur sottostante viene dipinto attraverso una scomposizione mediante ampie pennellate policrome. A questa scomposizione faranno riferimento Picasso e Braque per inventare il Cubismo, primo passo verso l'astrazione geometrica. 
Il quadro cessava di essere una riproduzione illusionistica della realtà per diventare un oggetto regolato da leggi proprie come il ritmo delle forme e l'armonia dei colori. 

Le secessioni di Monaco, Berlino e Vienna


Gustav Klimt, La lotta di teseo con il Minotauro


Joseph Maria Olbrich. Mnifesto per la seconda esposizione della Secessione. 1898


Koloman Moser. Manifesto per la XIII esposizione della Secessione 1902


Joseph Maria Olbrich. Padigliode della Secessione Viennese. 1898-1999



Gustav Klimt, Fregio di Beethoven 1902





Benché la Francia abbia svolto un ruolo decisivo fino a tutta la prima metà del Novecento, anche la Mitteleuropa diede alla storia dell'arte un contributo notevole. 
Momenti fondamentali di questa maturazione furno le Secessioni, movimenti così chiamati per designare la volontà degli artist che vi partecipavano di rompere con la cultura accademica tradizionale e di creare un'alternativa alle strutture espositive ufficiali. 
La prima a venire fondata nel 1892, fu la Secessione di Monaco guidata da Franz von Stuck (Tettenwen 1863-Tetschen 1928). Il tratto saliente della sua personalità fu peraltro l'essere un graned organizzatore culturale, fondatore nella sua città di un'Accademia da cui passarono personaggi come Klimt e Kandinski). 
Una scuola in cui si legavano strettamente belle arti, decorazione, architettura e filosofia. 
Nel 1893 venne fondata da Max Liebermann (1847-1935), la Secessione di Berlino e nel 1897 vide la luce la Secessione di Vienna, il cui organo di diffusione, la rivista Ver Sacrum, fu essenziale nel proporre una cultura visiva modernista che fosse autonoma rispetto a quella francese. 

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