lunedì 20 novembre 2017

Le premesse del Novecento. L'Art Noveau. L'asse Londra-Belgio-Parigi

Le premesse del Novecento

L'Art Nouveau

L'asse Londra-Belgio-Parigi


Hotel Otlet. 1894. Henry van de Velde. Bruxelles. Belgio



Hotel Tassel. Victor Horta. Bruxelles 1892-1893


Scrivania per la redazione della Revue Blanche. 1898 Vienna 





Dal punto di vista culturale il Belgio era molto vicino alla Gran Bretagna oltre che alla Francia. Fu proprio a Bruxelles che l'Art Nouveau trovò le sue espressioni più forti, sia nel campo dell'architettura sia in quello delle arti applicate. 
Il primo interprete significativo fu Victor Horta (Gand 1861-Bruxelles 1947), il cui Hotel Tassel di Bruxelles (1892-1893) viene considerato uno dei manifesti più espliciti dell'Art Nouveau. Vi si trova una ridefinizione della pianta, con la sostituzione di un atrio poligonale al più tredizionale corridoio; l'utilizzo in funzione sia strutturale sia decorativa del ferro; il ricorrere di motivi quali il colpo di frusta e il richiamo al mondo vegetale stilizzato: l'impiego dell'artigianato al più alto livello e una definizione unitaria degli spazi, idealmente collegati alla sinuosa scala interna. 
La coincidenza degli elementi decorativi con quelli strutturali risultava ancora più evidente nella Maison du Peuple (1897, oggi distrutta), concepita su una precoce associazione di ferro e grandi vetrate e sul principio generale secondo cui "la linea è una forza": ogni traccia architettonica o decorativa descrive un andamento che non è solo funzionale né solamente simbolico; ma contiene in sé un andamento dialettico che rispecchia le forze della vita: a ogni azione corrisponde una reazione, a ogni orizzontale un contrappeso verticale, a ogni spinta in avanti un regresso all'indietro. Tutti questi elementi di pensiero, trovano una puntuale conferma in tutti i diversi elementi dell'ambiente. 
Henri van de Velde (Anversa 1863-Zurigo 1957), diede un'impronta così forte al nuovo stile che esso passò anche sotto il nome di Style Van de Velde. 
Il concetto della sua estetica era che la progettazione di una sedia, di un tavolo o di una casa avesse la medesima dignità artistica. Per questo le abitazioni che firmò erano costruzioni unitarie, che seguivano le esigenze dei committenti, ma rispettavano anzitutto  un principio di concorrenza interna. 
Per di più ogni elemento dell'ambiente doveva porsi in una relazione di affinità con gli altri e di simpatia psicologica con chi avrebbe dovuto abitarlo. 

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