lunedì 18 febbraio 2019

L'arte egizia. La scultura

L'Arte egizia

La scultura


La Triade di Micerino. 2500-2482 a.C.


Statua di Ramesse II. 1270 


Particolare delle statue colossali del tempio di Abu Simbel


La regina Nefertiti 1370 circa





Importanti esempi di scultura egizia sono le statue a tutto tondo o in bassorilievi celebrativi.
La statua rappresenta il defunto, di cui era inciso il nome. Fino alla fine del Medio Regno (metà del II millennio a.C.), gli scultori egiziani prediligevano evidenziarne, la casta di appartenenza mediante la rappresentazione convenzionale del corpo e dei suoi atteggiamenti (le braccia tese verso il basso e i pugni chiusi). L'impostazione frontale della figura in piedi o seduta, ne sottolienava la dignità morale. 
La Triade di Micerino. Le figure sono concepite geometricamente, come forme chiuse, e appaiono determinate da ampie masse squadrate, 
Le braccia del faraone sono parallele all'avanzamento della gamba sinistra, accentua la stabilità e l'equilibrio. 
Lo scultore ha sbozzato il marmo per grossi blocchi e ne ha levigato la superficie, eliminando i paritolari secondari. La luce può così scorrere morbidamente, senza fermarsi su rilievi troppo accentuati. Le zone d'ombra mettono in rsalto soltanto i volumi principali delle figure, che appaiono imponenti e composte. L'opera deve comunicare la sacralità del persoonaggio, la cui immagine deve apparire solida e sicura come il potere che rappresenta. 
Con il Nuovo Regno, la cultura riduce i caratteri celebrativi. Nella statua che riproduce il Faraone Ramesse II seduto in trono, viene inrodotto un principio di articoolazione della massa, suggerita dall'apertura del braccio. La testa del faraone è leggermente piegata verso il basso, e ciò sembra infondere una nuova umanità alla figura reale. 
La plissettatura della veste ed il copricapo, creano dei sottili giochi chiaroscurali e ritmici. Eppure, la cultura di potere dell'Età ramesside (1550-1075), con il consolidarsi dell'influenza egizia di glorificazione del potere del faraone, aveva imposto un deciso ritorno alla tradizione, esplicitato ad esempio nell'importanza delle forme scultoree. Nelle statue colossali del complesso di Abu Simbel, coadiuvate nella funziione encomiastica del faraone dal continuo e monumentale supporto di geroglifici e rilievi. Qui le statue avevano ripreso, ingigantendole, le tipologie figurative degli ambienti interni dei templi tradizionali. 
Nefertiti, sposa del faraone Ekhnàton. I particoari del volto sono descritti con cura meticolosa; la colorazione sfumata dell'incarnato diviene veristica e il bel volto della regina è addolcito dalla linea regale del collo; motico puramente decorativo. 
Piccole statue, soprattutto in legno in terracotta dipinta, descrivono scene di vita quotidiana, inerenti di solito al lavoro nei campi. 

I materiali e le tecniche

In Egitto la scultura ebbe ampio sviluppo anche per l'abbondanza di materia prima: calcare, arenaria, granito, basalto, alabastro. Le opere venivano dipinte nei dettagli oppure interamente dopo essere state ricoperte di gesso, Dei colori: verdi, gialli, bianchi o blu per i fondi, ocra rossa o gialla per la pelle, neri i capelli e bianchi, argentei o gialli oro gli indumenti. 

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