sabato 16 febbraio 2019

L'Arte egizia. La pittura. Nelle arti figurative, l'ubbidienza a un codice fisso di rappresentazione

L'Arte egizia

La pittura

Nelle arti figurative, l'ubbidienza a un codice fisso di rappresentazione


Affresco della Valle dei Re


Codice di raffigurazione dell'arte pittorica egizia 


Aratura e semina del campo con un aratro di legno. Pittura parietale della tomba di Sennegem dalla IX dinastia. 1308 a..C. - 1190 a.C. 


Scena dal libro delle porte. Tomba di Amonherkhopeshef. XI secolo a.C.



Mummia di Artemidoro il Giovane dalla necropoli di Hawara, Egitto. 100-120 d.C. circa 







Le più iimportanti opere dell'antico Egitto eranoo poste all'interno delle piramidi o delle tombe regali. L'arte era al servizio del faraone: doveva rendergli onore in veste e tramandarne poi la memoria. Elemento caraterizzante era il legame tra arte e religione. 
La produzione ufficiale, ha seguito con coerenza, dal III millennio fin quasi alla dominazione romana, un codice di raffigurazione basato su precisi rapporti di proporzione e su una rigida simbologia. 
Prescriveva figure stilizzate bidimensionali, disposte con regolarità lungo un'unica linea ideale, spesso a fasce sovrapposte. Scritture geroglifiche completavano le figurazioni. La loro chiarezza è accentuata dall'uso di colori vivaci, compiti uniformemente e delimitati da marcate linee di contorno nere. I contorni e i dettagli delle figure erano spesso incisi probabilmente sulla superficie trattata a gesso, in modo da accentuarne i caratteri di stilizzazione. 
Le proporzioni non sono reali, ma funzionali alla comunicazione di valori simbolici. 
La rappresentazione della figura umana utilizzava precisi accorgimenti: gli occhi e il torace frontali e il viso, i fianchi, le gambe e i piedi disegnati lateralmente senza sovrapposizioni. Tutte le parti del corpo erano rappresentata in modo da essere immediatamente e intuitivamente riconosciute, come è stata fissata nella memoria: le parti non presentano mai lati nascosti e vengono resi quasi con la chiarezza di forme geometriche, 
Il canone, definiva le proporzioni tra le parti del corpo: l'artista lo seguiva pedissequamente, disegnando la figura su una griglia quadrettata per poi riportarla sulla parete, 
Le tecniche più frequenti erano quelle della decorazione parietale e del rilievo policromo (bassorilievo o rilievo inciso). Anche i colori, vivi e brillanti, erano utilizzati in modo simbolico e ricorrono senza variazione in qualsiasi contesto. 
La principale produzione pittorica si trova nelle pareti dei templi e dellae tombe e rappresenta temi cerimoniali o tratti dalla vita quotidiana. 
La pittura è stata in origine legata al rilievo, distiinto in bassorilievo, quando la figura emerge dal piano di fondo, o in rilievo inciso, quendo le figure vengono isolate dal piano di contorno, inciso e via via abbassato. Il rilievo, utilizzato dal Regno Medio (dalla fine del terzo millennio a.C.), è caduto in  disuso durante il Nuovo Regno, rendendo la pittura una forma espressiva autonoma. 
L'inizio del Nuovo Regno, intorno al XV secolo a.C., segna un'evoluuzione sotto il profilo stilistico ed espressivo: piante, pesci, uccelli si liberano dalle convenzioni stilistiche, a differenza delle figure umane, che appaiono ancora blccate entro canoni di rappresentazione serrati. 
Utilizzata per decorare le superfici delle tombe ipogee e dei sarcofagi, la pittura si arricchisce di soggetti sacri, di danze rituali, di passi tratti dal Libro dei Morti. Raccolta di testi scritti, comprendenti un repertorio di formule magiche che propiziarono la rinascita dello spirito nel mondo degli inferi. Era corredato di disegni o divignette miniate e veniva disposto in moolte sepolture. 
Dal Basso Regno (I millennio a.C.) si diffuse la raffigurazione, sul coeprchio dei sarcofagi, delle sembianze del defunto. Sono stroardinari, per l'immmediatezza espressiva, i cosiddetti Ritratti del Fayyum, risalenti all'Età romana. 
Notevoli le scene di paessaggi acquatici e di vita quotidiana, in particolare di lavoro nei campi e di pesca. 

Colori e supporti della pittura egizia. 

Presso gli Egizi, la pittura murale era seguita da uno strato di gesso posto a rivestimento di una sueperficie di pietra, o di legno. Una volta che il gesso era ben asciugato, venivano stesi i colori a tempera, ricavati dalla macinazione di materiali naturali sciolti in acqua e miscelati con un collante (agglutinante) a base di lattice e di gomme o di albume d'uovo. 
La gamma cromatica veniva dal bianco (derivato dalla calce), al nero (dal carbone), ai rossi, fino alle gradazioni delle terre, fino alle ocre e ai gialli, al verde, al grigio, (derivato dalla sabbia), all'azzurro (dalla soda di maiolica). Il colore, miscelato all'acqua, veniva steso sul supporto mediante spazzole o pennelli di fibra di palma o calami (canne sottili di palude) dalla testa masticata. 

Una simbologia affidata ai colori

Al ricco repertoria di immagini erano associati colori dal preciso significato simbolico. 
Il bianco era simbolo di felicità e di fortuna, cme indicava la bianca Corona del Regno del Sud. 
Il nero, propiziava la preservazione eterna e nello stesso tempo era simbolo di rinascita. 
Il verde rappresentava la vita, la rinascita e la salute. 
L'azzurro era attribuito ad Amon, dio dell'aria, e il giallo simbolo di immortalità. 
Il rosso era il colore della Corona del Nord, ma la sua simbologia assumeva in generale significati negativi, di violenza e di malignità.

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