venerdì 2 giugno 2017

Antonio Pisano, detto Pisanello

ANTONIO PISANO, DETTO PISANELLO


Annuncizione. 1426 

Antonio Pisano, detto Pisanello (ante - 1390 - 1450/55) è l'altro grande protagonista del Gotico Internazionale in italia. 
Conduce una vita itinerante, ospite delle maggiori corti del momento: dimora, tra l'altro, presso i Gonzaga a Mantova (dove lascia un ciclo di affreschi di soggetto cavalleresco in Palazzo Ducale, in parte sopravvissuto) gli Este a Ferrara, i Visconti a Pavia, il papa a Roma, gli Aragonesi a Napoli. Pisanello incarna il modello insuperato del pittore di corte sa dare voce alla cultura delle corti, in particolare di quelle dell'Italia Settentrionale, sospese tra eleganze tardogotiche ed esaltanti interessi antiquari.
A fianco di una produzione di gusto gotico, caratterizzata da una capacità di analisi naturalistica mai vista prima, che tocca i propri vertici nella produzione graficaa, Pisanello si cimenta in generi di tradizione classica, quali il ritratto - in cui gli effigiati sono colti di profilo, sulla falsariga delle monete romane - e le medaglie di bronzo, che valgono gli elogi entusiastici degli umanisti. A Pisanello si deve tralaltro un cospiquo corpus di disegni tratti da sarcofagi antichi: l'artista vi attese durante il soggiorno romano, avvicinandosi all'antico con una mentalità  ancora di stampo medioevale, estremamente libera e sognatrice.



La formazione di Pisanello 


Madonna della Quaglia. 1420


Ritratto di Lucia d'Este. 1437

Pisanello giunse a Verona giovanissimo nel 1395, ed in Veneto avvenne la sua formazione artistica, condotta sulle opere di Stefano da Verona e di Gentile da Fabriano. 
La Madonna della quaglia e l'Annunciazione, Angeli ed un fitto pergolato, dipinti illusionisicamente nel 1426 attorno al Monumento Brenzoni , in San Fermo a Verona, scolpito da Nanni di Bartolo (1424 - 1426). Gli affreschi di San Fermo rivelano nella delicata definizione degli incarnati e nella preziosità tecnica l'attenzione di Pisanello per le opere di Gentile da Fabriano.  
Fu proprio Pisanello ad essere chiamato a sostituire Gentile, tra il 1415 e il 1422, nel completamento dei perduti affreschi di Palazzo Ducale a Venezia, come pure avvenne, alla morte del maestro fabrianese, per gli affreschi di San Giovanni in Laterano a Roma (1427-1433), anch'essi andati distrutti. 

Gli affreschi della Cappella Pellegrini a Verona


San Giorgio e la principessa.


Pisanello alternò soggiorni nelle principali corti italiane a ritorni nella città di Verona. Tra il 1433 e il 1438 vide la luce una delle sue imprese più famose, l'affresco raffigurante San Giorgio e la Principessa parte di un ciclo che decorava interamente la Cappella Pellegrini in Sant'Anastasia a Verona. 
L'affresco ornava originariamente l'rco d'ingresso della Cappella Pellegrini. 
Quest'opera si pone come una summa dell'arte del maestro: accanto alla delicatezza e alla morbida stesura dell'incarnato dei volti; ancora legata alla lezione gentiliana emergono particolari di acuto e talvolta spietato realismo, come le due figure di iimpiccati sul fondo. 
L'attenzione alla realtà, interesse anche la precisa rappresentazione di costumi e acconciature e non si ferma davanti al tentantivo di rendere la tensione psicologica di San Giorgio e della principessa, i cui volti, tesi e bloccati contribuiscono insieme alla visione della città deserta sullo sfondo della scena e illuminata da una luce livida, a creare un effetto di sospensione e di attesa per la lotta con il drago che sta per avere inizio. 

Le medaglie di Pisanello





Medaglia di Giovanni VIII Paleologo

La nascita della medaglia, va probabilmente collocata a Roma nella curia papale, presso la quale soggiornano a lungo Leon Battista Alberti, Filarete e lo stesso Pisanello, che ne fece uno dei generi più amati dalle coerti italiane.
La prima medaglia realizzata da Pisanello fu quella per l'imperatore d'Oriente Giovanni VIII Paleologo, in Italia nel 1438 per il Concilio di Ferrara. Essa è costituita da un recto con l'effige di profilo dell'imperatore circondata da una legenda in greco relativa al nome e al titolo del personaggio reffigurato, e da un verso in cui compaiono Giovanni il Paleologo a cavallo in preghiera, accompagnato da un cavaliere visto di spalle. 
Se il recto della medaglia richiama le effigi degli imperatori romani nelle monete antiche, il verso lascia a Pisanello le possibilità di creare dei veri e propri quadri in miniatura. 

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