sabato 13 aprile 2019

I Fauves. La gabbia centrale del Salon del 1905. La follia dei colori. La rottura del gruppo

  I Fauves

La gabbia centrale del Salon del 1905


André Derain. 1903


Georges Braque. Il porto di Anversa. 1906


Raoul Dufy. Il porto di Le Havre. 1906





Nel 1905 Georges Desvallières, vice direttore del Salon d'Automne decise che avrebbero esposto in un'unica sala i pittori di un gruppo che comprendeva: Henri Matisse, Albert Marquet, André Derain, Maurice de Vlaminck, Henry Manguin, Charles Camoin; nelle sale attigue erano anche presentate opere di atmosfera affine eseguite da Othon Friesz, Georges Rouault, Kees van Dongen. A quel Salon non comparvero quadri di Raoul Dufy e di Georges Braque. Desvallières decise di intensificarlo, raggruppando nella stanza che è passata alla storia come la "gabbia ccentrale" coloro che vennero definiti Fauves, 'Belve selvagge'. Il visitatore, vi trovava un fuoco di colori assolutamente mai visto prima 
Più lungimiranti furono, invece, mercanti come Ambroise Voillard e Berthe Weill, che iniziarono a vendere le loro opere. 

La follia dei colori


André Derain. Donna in camicia. 1906


Maurice de Vlaminck. Ritratto di André Derain. 1906



Il termine di Fauvisme fu causa di molti fraintendimenti: primo tra tutti il fatto che quel gruppo avesse una vera unità d'intenti. Tutto ciò che lo univa era pensare che i colori usati dagli impressionisti fossero troppo smorti. Questi artisti, che non intendevano affatto criticare la società in cui vivevano né tantomeno creare opere violente, dedicate al disagio di vivere. Pur presenti in alcuni Espressionisti di area austriaca e tedesc questi tratti non compaiono in Francia, dove, prima della Grnde Guerra; l'atmosfera che si respirava era liberale e gioiosa, eccitata ma non aggressiva. 
Uno dei pochhi obiettivi comuni era descrivere il gusto di vivere, di sentire, di esercitare al massimo il potere di emozionarsi. 
Un'altra meta condivisa era di carattere formale, diretta conseguenza del Puntinismo di Seurat e Signac: in pittura ci vuole disciplina e anche dietro ai gesti più folli deve esserci una lunga preparazione; la fatica e il lavoro vanno orientati a costruire un quadro come organismo autonomo e non a copiare la natura o i maestri. I Faves volevano che la composizione stesse in piedi da sola, come un insieme si linee o di colori, a prescindere dalla scena ritratta. 
L'associazione dei Fauves si smorzò presto, lasciando in eredità ai pittori tedeschi la follia di colori e ai colleghi francesi la scoperta dell'arte africana: di quest'ultima derain e De Vlaminck soprattutto, ma anche Marquet e Matisse, divennero estimatori a causa della sua sinteticità. 

La rottura del gruppo


Maurice de Vlaminck. La Senna a Chatou. 1906


Il momento di rottura del gruppo fu la grande retrospettiva di Cézanne al Salon d'Automne del 1907.La riscoperta del maestro appena scomparso ebbe enorme importanza per talenti diversi quali Derain e De Vlaminck ma anche Delaunay, Pcasso, Braque, Modigliani. 
I protagonisti di quel momento cercarono ciascuno una strada propria, con diverso successo: alla massima autonomia raggiunta presto da Braque si contrapposero la svolta classica di Derain, convertitosi al culto di Raffaello, e la ripetizione di De Vlaminck dei quadri della gioventù. Del resto il vero fautore di quella poetica, colui attorno al quale gli altri gravitarono come astri più o meno lontani dal sole, era stato Matisse. 

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