giovedì 8 novembre 2018

L'arte in Mesopotamia. L'arte assira. Il palazzo, dimora del sovrano. Le arti figurative

L'arte in Mesopotamia

L'arte assira

Il palazzo, dimora del sovrano


Lamassù. 713-707 a.C. 


Il palazzo, dimora del sovrano

Gli Assiri erano una popolazione semitica insediatosi nel corso superiore del Tigri intorno alla metà del XIII secolo a.C., un'importante programma espensionistico che li portà a dominare l'intera regione mesopotamica. 
Attività di conquista ed espressione di potere centralizzato erano i grandi palazzi, quali quelli di Ninive e Dur-Sharukin: celebrare le vittorie dei re. In tutta l'area mesopotamica, furono forse i palazzi reali degli Assiri a raggiungere con più chiarezza una propria identità tipologia, cui si legava una notevole abbondanza di decorazioni. Accanto ad essi si ergevano poi le costruzioni religiose, come le ziqqurat, che, imponenti, raggiungevano fino a sette livelli terrazzati. 
Il palazzo, si sviluppava in senso orizzontale, Era arricchito da scalinate, portici, ampie sale con colonne, corridoi. Doveva apparire una fortezza quasi inaccessibile, con il massiccio muro di cinta rafforzato da torri, in cui si apriva una sola porta. 
La cittadella di Dur-Sharrukin, l'odierna Khorsabad, eretta probabilmente del 713 al 707 a.C. ad opera del re Sàrgon. 
All'interno della città murata si innalzava la cittadella rettangolare, sede del palazzo reale, della ziqqurat, dei templi, dei palazzi aristocratici e di servizio.
Il palazzo reale, aveva forma quadrata e le sue sale erno organizzate a numerosi cortili. Uno di questi, rettangolare, collegava le sale del quartiere reale, tra cui la sala del trono lunga ben 50 metri. 
Al complesso erano affincati, numerosi templi, tra cui quello dedicato al dio della apienza Nabu, e la ziqqurat, forse dedicata a Ninurta, dio della guerra. 
Gli Assiri affermarono il definitivo uso dell'arco e della volta in mattoni, frequenti nelle sole monumentali e nelle grandi porte urbane. 

Le arti figurative

L'intensa attività bellica degli Assiri è documentata in rilievi narrativi, di pietra o di bronzo. 
Le figurazioni che ornavano i palazzi e le mura urbane erano spesso dipinte a colori vivaci e formavano scene continue, dal carattere ecomiatico ma di facile lettura. 
Rilievi del Palazzo di Assurbanipal a Ninive, del VII secolo a.C., le scene sono senz'altro convenzionali, ad esempio nelle pose di guerrieri e degli animali, rigidamente laterali e povere di ambientazione paesaggistica. Grazie all'utilizzo di appuntiti scalpelli di ferro, il rilievo bassissimo è nitido nel segno e fa emergere figure quasi astratte in una purezza formale dove le varie parti (gli abiti regali, i finimenti dei cavalli, le barbe dei combattenti, il manto degli animali) creano un'elegante e fitta forma ornamentale. Ne deriva un ritmo serrato, in cui l'equilibrio è affidato a contrappunti e a giustapposizioni di figure simili tra loro, con esiti di un'inquietante dinamica espressiva. 
La grande statuaria, come nei due colossali Lamassù, figure di mostri antropocefali (ovvero con testa umana) che ornavano gli stipiti del Palazzo di Sàrgon a Dur-Sharrukin. 
Un effetto di sintetismo è dato dalla presenza di cinque zampe, utili a fornire un'iimponente e compiuta visione su due punti di osservazione, anteriore e laterale. 
Fin dalle prime manifestazioni artistiche, nella seconda metà del XIV sec. a.C., si evidenzia una accentuata differenza fra gli oggetti destinati al culto, fortmenete stereotipati, e i più espressivi manufatti di uso profano.

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