venerdì 29 luglio 2016

Il gotico internazionele in Italia Settentrionale. Il Veneto

IL VENETO

I due centri maggiormente interessati agli sviluppi del Gotico Internazionale, Verona e Venezia.

L'orientamento lombardo di Verona


Adorazione dei Magi. Stefano da Verona. 1435

Verona, presenta a inizio Quattrocento un orientamento marcatamente lombardo, testimoniato dall'attività di Stefano da Verona (circa 1379 - dopo il 1438), figlio di Jean d'Arbois (morto nel 1399), pittore di Filippo di Borgogna e attivo a lungo a Pavia per Gian Galeazzo Visconti.
Stefano, predilige l'uso di una linea morbida, di colori teneri e di una materia pitorica fusa, come si può evincere dall'osservazione dell'Adorazione dei Magi della Pinacoteca di Brera di Milano, firmata e datata 1435.

Venezia: il ruolo degli apporti esterni


Storie di Santa Lucia, L'elemosina dei poveri. Jacobello del Fiore. 1410-1420

A Venezia, in parallelo con i nuovi interessi per la conquista della Terraferma si impone un lento ma progressivo svecchiamento della tradizione di marca bizantina, che viene a coinvolgere pittura, scultura e architettura. La presenza di artisti "forestieri" di primissimo piano, come Gentile da Fabriano e Pisanello, attivi entrambi nella decorazione della Sala del Maggior Consiglio a palazzo Ducale.
L'arte del maestro marchigiano imprime una svolta al rinnovamento della pittura veneziana, la produzione matura di Jacobello del Fiore (notizie dal 1394 al 1439), l'attività di Michele Giambono (notizie dal 1420 al 1462) e gli esordi di Jacopo Bellini.

Il cantiere di Palazzo Ducale e l'architettura a Venezia.


Porta della Carta. Giovanni e Bartolomeo Buon. 1438-1442


Ca' d'Oro. 1421-1440

Della scultura e dell'architettura la spinta al rinnovamento è data dai cantieri per il coronamento della Basilica di San Marco e per la conclusione dell'esterno di Palazzo Ducale (dal 1422): vengono uniti con il prolungamento del lato di Palazzo Ducale prospiciente piazzetta San Marco. Sulla basilica veneziana si innalzano guglie e pinnacoli, edicolette e riccioli fitoformi, mentre Palazzo Ducale viene decorato con un prezioso paramento marmoreo soprastante un a profonda loggia in marmo bianco.
La Porta della Carta, eretta tra il 1438 e il 1442 per opera dei veneziani Giovanni (1360 circa - 1442) e Bartolomeo (1464) Buon, inquadrata da due alti pinnacoli gotici e arricchita da statue, rilievi e ornamenti a traforo.
La Cà d'Oro, realizzataa tra il 1421 e il 1440 da maestranze lombarde (come buona parte degli edifici veneziani). La facciata prospiciente Canal Grande è alleggerita da tre logge sovrapposte ed è finemente decorata da intagli, con un intelligente rutilizzo delle cornici marmoree del preesistente edificio.

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mercoledì 27 luglio 2016

il Gotico Internazionale in Italia Settentrionale. La Lombardia

LA LOMBARDIA


Il Duomo di Milano. Iniziato nel 1386

Il cantiere cosmopolita del Duomo di Milano


Papa Martino V. Jacopino da Tradate 1419-1421


Negli anni del governo di Gian Galeazzo Visconti (1378-1402) e di Filippo Maria Visconti (1412-1447) Milano (dal 1395 ducato) svolge un ruolo da protagonista nella stagione del Gotico Internazionale.
Gian Galeazzo (sposo di Isabella di Valois, figlia del re di Francia), che riunisce nel castello di Pavia una raccolta di manoscritti senza pari, stimolando la nascita di una locale scuola di miniatori (tra i quali spicca la figura di Giovannino Dé Grassi); e nell'importante canotiere del Duomo cittadino (aperto nel 1386). Un punto di incontro tra maestranze lombarde e artisti stranieri, scultori e architetti (da Ulrico di Enzingen a Jean Mignot, a Jacques Coene), chiamati di volta in volta a fornire suggerimenti e soluzioni per problemi statici del complesso edificio, costruito con il perzioso marmo di Candoglia.
Nel cantiere del Duomo è attestato dal 1401 al 1425 JAcopino da Tradate massimo scultore lombardo del Gotico Internazionale. Il suo capolavoro, la statua di Papa Martino V, eseguita tra il 1419 e il 1421 per uno dei pilonmi esterni del Duomo, giocata sulla contrapposizione tra l'energico modellato del volto del pontefice e il virtuosistico panneggio.

Michelino da Besozzo


Lo sposalizio mistico di S. Caterina. Michelino da Besozzo. 1420


Michelino da Besozzo (documentato tra il 1388 e il 1445), figura chiave per le vicende della pittura dell'Italia settentrionale di inizio Quattrocento (Michelino fu attivo anche in terra veneta): nel 1410 Jean Alcherius lo definisce "pictor excellentissimus inter omnes pictores mundi" (il più grande pittore del mondo).
Pittore e miniatoer, Michelino sovrappone alla conoscenza dell'arte di Giovannino de Grassi gli stimoli della pittura d'Oltralpe, in particolare francese, raggiungendo esiti di grande qualità, come nelle miniature del giovanile Libro d'Ore d'Avignone, Matrimonio misico di S. Caterina (firmata dall'artista), in cui le figure ritmate da una linea morbida e cedevole, emergono dal fondo oro leggere ed evanesenti come fantasmi.
Al magistero dell'artista lombardo si richiamano gli affreschi della Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza (1444) realizzati dalla famiglia Zavattari e quelli all'incirca contemporanei, raffiguranti giochi aristocratici, realizzati da un anonimo maestro di Palazzo Borromeo a Milano.
In Lombardia prende piede anche la linea più espressiva e grotetsca di questo stile, in particolare negli affreschi di Franco e Filippolo dè Veris (1400), dipinti all'esterno della Chiesa di Santa Maria dei Ghirli a Campione d'Italia e nelle miniature dell'inquieto Belbello da Pavia.

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martedì 26 luglio 2016

Il Gotico Internazionale in Italia settentrionale. L'area alpina

IL GOTICO INTRNAZIONALE IN ITALIA SETTENTRIONALE

L'AREA ALPINA

Un crocevia culturale

Le Alpi, furono nel corso di tutto il Medioevo un vero e proprio crocevia culturale, un luogo di scambi proficui. Dai primi anni del Quattrocento le zone alpine furono ampiamente interessate dall'ondata del Gotico Internazionale.
Tre furono i maggiori centri del Gotico alpino: le corti dei duchi di Savoia a Chambéry, Thonon e Ripaille, dei marchesin di Saluzzo in Piemonte e dei duchi di Tirolo.

Il Piemonte: nel segno di Giacomo Jaqueiro





I Prodi e le Eroine. Maestro della Manta 1410-1420


La Savoia al tempo di Amedeo VIII (1416 - 1451), visse una stagione artistica splendida: il duca intensificò di molto in rapporti diplomatici co il Berry e la Borgogna (grazie al matrimonio di Bianca, figlia del duca di Borgogna), favorendo gli scambi culturalin con la Francia e riunendo una grande biblioteca di codici franco-borgognoni e fiamminghi.


Giacomo Jaquerio. Salita al Calvario 1415-1420

Le aperture culturali del ducato di Savoia - dove operò tra l'altro  il pittore e miniatore svizzero Jean Bapteur, autore con Péronet Lamy, della prima parte del codice dell'Apocalisse (realizzata tra il 1429 e il 1434) ora all'Escorial  - furono di grande stimolo per l'attività dl torinese  Giacomo Jacqueiro (notizie dal 1401 al 1451), pittore al servizio degli Acaia (un ramo cadetto ei Savoia) e di Amedeo VIII. Jaqueirob operò tra Torino, Ginevra e Thonon, sviluppando un linguaggio personalissimo, caratterizzato da una limpida gamma cromatica, da una linea fortemente espressiva e dalla compresenza di delicatezza ed eleganza con spunti di realismo plebeo. La Salita al Calvari, affrescata nella Chiesa di sant'Antonio a Ronverso (TO), databile entro il secondo decennio del Quattrocento.
Maestro della Manta, autore nell'omonimo Castello, dimora dei marchesi di Saluzzo, di un ciclo di affreschi raffiguranti i Nove Prodi e le Nove Eroine, descritti secondo un gusto squisitamente cortese, abbigliati alla moda dell'epoca e dipinti con larghe campiture di colore smaltato.

Il Trentino


Il mese di Aprile. Maestro Venceslao fine XIV secolo


Il mese di Ottobre. Maestro Vendeslao fine VIV secolo


A Trento, la vicinanza con i territori del ducato di Tirolo favorì la penetrazione di opere e di artisti tedeschi e dell'Europa dellìEst: al pittore Boemo Venceslao si deve, la decorazione di una sala della Torre dell'Aquila nel castello di Trento, su commissione di Giorgio di Liechtenstein, un tempo preposito del Duomo si Vienna, dal 1390 principe vescovo della città italiana.
Sulle pareti della torre sono raffigurati i Mesi, intervallati da esili colonnine che inquadrano le scene: le attività agricole e i divertimenti dei signori sono descritti con minuzia e con un linguaggio fresco e pacato.

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lunedì 25 luglio 2016

L'affermazione del Gotico Internazionale. Boemia e Spagna

BOEMIA


Madonna di Jindrichuv Hradec.


Negli anni del regno burrascoso di Venceslao (1373-1419), (l'uccisione di San Giovanni Nepomucemo, vicario dell'arcivescovo di Praga), in Boemia trova ampia affermazione, nella scultura, pittura e miniatura, il Weicher Stil (stile molle), una versione ulteriormente addolcita del Gotico Internazionale, caratterizzata da eleganza estenuata e sensibilità languida, che viene a sviluppare le premesse poste a metà Trecento da Maestro Teodorico da Praga (attivo tra il 1357 e il 1368).
La Madonna di Jindrichuv Hradec: definita da una linea vibrante e guizzante, che raggiunge esiti di virtuosismo nel panneggio della Vergine, le figure sono morbidamente modellate mediante l'uso di ombre leggere e delicate.


Dormitio Virgins. Gherardo Starnina


SPAGNA


San Martino. Gonzalo Perez


Particolarmente interessate da rapporti con l'Italia furono alcune aree delle Penisla iberica, quali la Catalogna, e la zona di Venezia, ove operò tra gli altri Gonzalo Perez (Valencia, 1380-1451), autore del retablo dei Santi Martino, Orsola e Antonio, oggi al museo provinciale di Valencia, caratterizzato dall'uso di preziose velature e trasparenze.

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La situazione Europea. Il grande cantiere del Gotico Internazionale: la Francia

Il grande cantiere del Gotico Internazionale: la Francia

La Francia si connota tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, come il massimo cebtro di produzione artistica dell'intera Europa: vi si realizzano preziosi oggetti di oreficeria, sontuosi codici miniati, opere pittriche e scultoree. A Parigi, centro della produzione di manoscritti miniati, operano artisti di disparate origini e spesso di orientamenti stlistici diversi.
E' il caso del Maestro del Maresciallo Boucicout (attivo tra la fine del XIV secolo e il ) e del Maestro delle Ore di Rohan, attivi nei primi anni del XV secolo nell'illustrazione di diversi manoscritti.
Il primo, Jacques Coene, miniatore, scultore e architetto attivo anche a Milano nel cantiere del Duomo, rinnova la tradizione miniatoria parigina attraverso il vivo interesse per la definizione dello spazio e del paesaggio, indagato nei particolari e reso con vibranti pennellate. Il secondo appare, caratterizzato da un'appassionata espressività, che gli fa accostare elementi di grazia aristocratica ad altri più popolari, in composizioni nervose ed estremamente dinamiche.
Acquistano importanza altri centri, in particolare Digione, sede del ducato di Borgogna (soprattutto sotto il governo di Filippo l'Ardito) e Bourges, residenza dei duchi di Berry (particolarmente nel periodo i cui è al potere Jean de Berry, colto mecenate).


Monumento a Filippo l'Ardito. Claus Sluter 1404


Il Pozzo dei Profeti. Claus Sluter 1395-1406


A Digione è attivo, accanto al pittore Melchior Broederlam di Ypres, lo scultore di origine fiamminga Claus Sluter (circa 1340 - 1405/6), la cui opera, quasi tutta raccolta nella Certosa di Champmol (fondata dai duchi di Digione nel 1383), propone una nuova ampiezza e grandiosità di forme: accompagnate da una notevole carica realistica; nel cosiddetto Pozzo dei profeti, che è quanto resta di un monumentale Calvario innalzato al centro del chiostro della Certosa.
Nel Monumento di Filippo l'Ardito (terminato entro il 1411 dak nipote di Sluter, Claus de Werve) in cui la figura del duca, vegliata da due angioletti ad ali spiegate, è accompagnata da un silenzioso corteo funebre di dignitari e frati (detti "pleurants"), che si snoda sul basamento. Ciascuno di essi è avvolto in una veste da lutto, che diviene il pretesto per virtuosistici studi di panneggi.


Fratelli Limbourg. Il mese di Ottobre. 1412 - 1415


Fratelli Limbourg. Il mese di Maggio 1412 - 15


Tra Digione e (dal 1404) Bourges operano i fratelli Pol, Hermant e Jehanequin de Limbourg originari della Gheldria, autori delle splendide Très Riches Heures de Jean de Berry. Nella scena del mese di Maggio, nel calendario posto all'inizio di questo ricchissimo Libro d'ore, dame e cavalieri, descritti con precisione nelle eleganti vesti, cavalcano entro un paesaggio sottilmente indagato dalla luce. Alla predilezione per una linea morbida, sinuosa e ritmica, si affianca una nuova sensibilità nella resa della natura, che si rivelerà fondamentale per la nascita deò realismo fiammingo di Jan van Eyck.


venerdì 1 luglio 2016

L'affermazione del Gotico Internazionale. Il Gotico Internazionale


Maestro delle Ore di Rohan. Leone

IL GOTICO INTERNAZONALE

Le ragioni di un termine

Tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento si afferma nell'intera Europa un linguaggio comune, che viene generalmente indicato, con i termini Tardogotico, Gotico cortese e soprattutto Gotico internazionale.
Definendolo Tardogotico, si identifica in questo linguaggio l'ultima fiammata del Gotico, l'espressione di un mondo morente (lo storico J. Huizinga definì questo periodo Autunno del Medioevo). con un implicito giudizio di decadenza e anacronismo. E' chiara la volontà di contrapporre al Tardogotico il Rinascimento fiorentino, visto come unico elemento di novità del secolo, secondo una lettura tradizionale del Quattrocento.
Il rinnovamento dell'arte promosso a Firenze nei primi decenni del XV secolo da Brunelleschi, Donatello e Masaccio rimase per almeno un ventennio una proposta isolata nel panorama italiano e il Tardogotico fu sentito a lungo come una valida alternativa ad esso.
Questo linguaggio presenta spunti di grande modernità, come lo studio minuzioso della realtà in particolare della natura, mai prima d'ora indagata con tale curiosità e precisione.

GOTICO CORTESE: luogo di elaborazione e di fruizione di questo stile: la corte aristocratica, alla quale sono destinati eleganti sculture e dipinti, ma anche oggetti lussuosi e spesso minuti, realizzati con materiali di pregio (smalti, oro, pietre preziose, avorio).

Tra la fine del Trecento e i primi decenni del Quattrocento vengono ad assumere un ruolo primario le arti cosiddette "minori" o applicate: dall'arazzo all'oreficeria, alla miniatura, vera arte "leader" in questo momento.
Il Gotico Internazionale ne mette in luce l'ampia diffusione (Isole Britanniche, Germania, Ungheria, Polonia e Italia), il cosmopolitismo e la comunanza di caratteristiche formali, frutto di un'ampia circolazione delle opere tra le corti (unite da una fitta rete di scambi diplomatici e di rapporti dinastici).

I criteri costitutivi del Gotico Internazionale

1 La predilezione della linea guizzante, morbida, spezzata, in una parola espressiva, piegata alla creazione di arabeschi fantasiosi e di eleganti panneggi sovrabbondanti.
2 Alla voluta ricerca d'irrealtà, convenzionalità psicologica dei personaggi raffigurati, si affianca spesso uno spiccato interesse per il realismo minuto: dai particolari naturalistici (piante, fiori, animali), al paesaggio, al piccolo oggetto d'uso quotidiano, all'abbigliamento delle figure, che vestono - anche nel casi dei santi - gli abiti sfarzosi e ricchissimi dell'aristocrazia.
3 L'amore per il lusso, che si rispecchia nello stile Gotico Internazionale, investe ogni aspetto dell'arte motivo per cui anche i soggetti religiosi ricevono un'ambientazione e una connotazione cortese, profana.

Il Gotico Internazionale si afferma, quindi, come uno stile duplice, "contemporaneamente volto com'è verso due tempi e due culture diverse, verso un ritorno all'idealizzazione medioevale e verso l'elaborazione di un linguaggio nuovo, fondato sulle più avanzate ricerche trecentesche". (E. Castelnuovo).

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