LA LOMBARDIA
Il Duomo di Milano. Iniziato nel 1386
Il cantiere cosmopolita del Duomo di Milano
Papa Martino V. Jacopino da Tradate 1419-1421
Negli anni del governo di Gian Galeazzo Visconti (1378-1402) e di Filippo Maria Visconti (1412-1447) Milano (dal 1395 ducato) svolge un ruolo da protagonista nella stagione del Gotico Internazionale.
Gian Galeazzo (sposo di Isabella di Valois, figlia del re di Francia), che riunisce nel castello di Pavia una raccolta di manoscritti senza pari, stimolando la nascita di una locale scuola di miniatori (tra i quali spicca la figura di Giovannino Dé Grassi); e nell'importante canotiere del Duomo cittadino (aperto nel 1386). Un punto di incontro tra maestranze lombarde e artisti stranieri, scultori e architetti (da Ulrico di Enzingen a Jean Mignot, a Jacques Coene), chiamati di volta in volta a fornire suggerimenti e soluzioni per problemi statici del complesso edificio, costruito con il perzioso marmo di Candoglia.
Nel cantiere del Duomo è attestato dal 1401 al 1425 JAcopino da Tradate massimo scultore lombardo del Gotico Internazionale. Il suo capolavoro, la statua di Papa Martino V, eseguita tra il 1419 e il 1421 per uno dei pilonmi esterni del Duomo, giocata sulla contrapposizione tra l'energico modellato del volto del pontefice e il virtuosistico panneggio.
Gian Galeazzo (sposo di Isabella di Valois, figlia del re di Francia), che riunisce nel castello di Pavia una raccolta di manoscritti senza pari, stimolando la nascita di una locale scuola di miniatori (tra i quali spicca la figura di Giovannino Dé Grassi); e nell'importante canotiere del Duomo cittadino (aperto nel 1386). Un punto di incontro tra maestranze lombarde e artisti stranieri, scultori e architetti (da Ulrico di Enzingen a Jean Mignot, a Jacques Coene), chiamati di volta in volta a fornire suggerimenti e soluzioni per problemi statici del complesso edificio, costruito con il perzioso marmo di Candoglia.
Nel cantiere del Duomo è attestato dal 1401 al 1425 JAcopino da Tradate massimo scultore lombardo del Gotico Internazionale. Il suo capolavoro, la statua di Papa Martino V, eseguita tra il 1419 e il 1421 per uno dei pilonmi esterni del Duomo, giocata sulla contrapposizione tra l'energico modellato del volto del pontefice e il virtuosistico panneggio.
Michelino da Besozzo
Lo sposalizio mistico di S. Caterina. Michelino da Besozzo. 1420
Michelino da Besozzo (documentato tra il 1388 e il 1445), figura chiave per le vicende della pittura dell'Italia settentrionale di inizio Quattrocento (Michelino fu attivo anche in terra veneta): nel 1410 Jean Alcherius lo definisce "pictor excellentissimus inter omnes pictores mundi" (il più grande pittore del mondo).
Pittore e miniatoer, Michelino sovrappone alla conoscenza dell'arte di Giovannino de Grassi gli stimoli della pittura d'Oltralpe, in particolare francese, raggiungendo esiti di grande qualità, come nelle miniature del giovanile Libro d'Ore d'Avignone, Matrimonio misico di S. Caterina (firmata dall'artista), in cui le figure ritmate da una linea morbida e cedevole, emergono dal fondo oro leggere ed evanesenti come fantasmi.
Al magistero dell'artista lombardo si richiamano gli affreschi della Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza (1444) realizzati dalla famiglia Zavattari e quelli all'incirca contemporanei, raffiguranti giochi aristocratici, realizzati da un anonimo maestro di Palazzo Borromeo a Milano.
In Lombardia prende piede anche la linea più espressiva e grotetsca di questo stile, in particolare negli affreschi di Franco e Filippolo dè Veris (1400), dipinti all'esterno della Chiesa di Santa Maria dei Ghirli a Campione d'Italia e nelle miniature dell'inquieto Belbello da Pavia.
Pittore e miniatoer, Michelino sovrappone alla conoscenza dell'arte di Giovannino de Grassi gli stimoli della pittura d'Oltralpe, in particolare francese, raggiungendo esiti di grande qualità, come nelle miniature del giovanile Libro d'Ore d'Avignone, Matrimonio misico di S. Caterina (firmata dall'artista), in cui le figure ritmate da una linea morbida e cedevole, emergono dal fondo oro leggere ed evanesenti come fantasmi.
Al magistero dell'artista lombardo si richiamano gli affreschi della Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza (1444) realizzati dalla famiglia Zavattari e quelli all'incirca contemporanei, raffiguranti giochi aristocratici, realizzati da un anonimo maestro di Palazzo Borromeo a Milano.
In Lombardia prende piede anche la linea più espressiva e grotetsca di questo stile, in particolare negli affreschi di Franco e Filippolo dè Veris (1400), dipinti all'esterno della Chiesa di Santa Maria dei Ghirli a Campione d'Italia e nelle miniature dell'inquieto Belbello da Pavia.
https://www.facebook.com/MadameVrath/?fref=ts
https://twitter.com/MadVrath
https://plus.google.com/u/0/+MadameVrath
https://it.pinterest.com/madamevrath/
Nessun commento:
Posta un commento