IL PRIMO QUATTROCENTO A FIRENZE E IN TOSCANA
LORENZO GHIBERTI
La mediazione tra Gotico Internazionale e Rinascimento
Lorenzo Ghiberti. San Giovanni Battista. 1412-16
Lorenzo Ghiberti. Porta Nord del Battistero di Firenze. 1401-1424
Lorenzo Ghiberti. Crocifissione
Lorenzo Ghiberti. Flagellazione
Orafo, scultore pittore di vetrate e architetto Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378-1455), svolse a Firenze un ruolo di primo piano nella mediazione tra la cultura del Gotico Internazionale, e quella del Rinascimento, edificando un linguaggio elegante, pacato, ricco di preziosità cortesi ma capace di tenere presenti le novità dell'arte di Brunelleschi e di Donatello.
Esemplare ddella sua apertura al Gotico Internazionale è la Statua di San Giovanni Battista in bronzo per una delle nicchie esterne di Orsanmichele, caratterizzata dalla posa di hanchement, da un fluente e ritmico panneggio e da particolari raffinatissimi come la resa della barba e del vello.
La seconda porta del Battistero di Firenze
Dal 1403 al 1424 Ghiberti attese, alla realizzazione della seconda porta del Battistero di Firenze (la prima era stata realizzata da Andrea Pisano negli anni 1330-1336), per la quale aveva vinto nel 1401 il concorso bandito dall'Arte della Calimala.
Essa è composta da ventotto formelle lobate con la raffigurazione delle storie della vita di Cristo, i Padri della Chiesa e gli Evangelisti.
Il lunghissimo arco cronolgico dell'esecuzione permette di seguire Ghiberti nella sua evoluzione da forme più prettamente cortesi, come nella Crocifissione, a forme maggiormente rinascimentali, come nella Flagellazione, caratterizzata da una chiara impaginazione spaziale della scena e di spunti classici (il corpo del Cristo flagellato) calati in un contesto sereno e pacato, antidrammatico.
Condotta a termine la porta con le storie del Nuovo Testamento, l'Arte della Calimala decise di affidargli nel 1425 anche la terza porta del Battistero, dedicata alle Storie dell'Antiico Testamento, che, terminata nel 1452, sarebbe stata ribattezzata da Michelangelo Porta del Paradiso.
La Porta del Paradiso
Lorenzo Ghiberti. Porta del Paradiso. Porta orientale del Battistero di Firenze. 1425-1452
Lorenzo Ghiberti. L'incontro tra Salomone e la regina di Saba
Lorenzo Ghiberti. Storie di San Giuseppe
Secondo il programma steso da Leonardo Bruni, la porta avrebbe dovuto presentare ventotto formelle entro compasso gotico, raffiguranti ciascuna una storia dell'Antico Testamento.
Con un mutamento di programma, si decise di realizzare solo dieci formelle quadrate, che riunissero diveersi epiisodi veterotestamentari: alcuni di essi furono scelti con il preciso intento di tracciare una rilettura della storia della salvezza, condotta alla luce della tradizione patristica latina e greca.
Il nuovo programma iconografico fu dettato da Ambrogio Traversari, colto generale dell'Ordine camaldolese molto legato a Cosimo il Vecchio, conoscitore del greco e uno dei principali fautori della riunificazione della Chiesa greco-ortodossa a quella romana, sancita nel 1439 proprio a Firenze. A tale espisodio fa riferimento la formella raffigurante l'Incontro della regina di Saba con Salomone (allusivi la prima alla Chiesa d'Oriente e il secondo della Chiesa d'Occidente).
Alla complessità di significati (religiosi, politici, culturali) richiesti del nuovo programma iconografico, Ghiberti rispose con un linguaggio coltissimo, carico di citazioni dell'antico e nel contempo raffinato e pacato.
I Commentari di Lorenzo Ghiberti
Opera della tarda età di Ghiberti, i Tre Commentari, si presentano come un coacervo di memorie autobiografiche, considerazioni di carattere tecnico e notizie di cronaca, secondo il modello della letteratura memorialistica fiorentina nata nella seconda metà del Trecento, Così, inaugurano due generi di grande fortina: quello dell'autobiografia artistica, fondata sulla nascita delle proprie opere, e quello della biografia artitica, intesa neel senso attuale del termine, storia della vita di un maestro attraverso la sua produzione.
Nelle biografie degli artisti trecenteschi riunite nel secondo Commentario, Ghiberti riferisce solo ciò che ha veduto, fornendo una messe straordinaria di notizie di prima mano esponendosi quindi come fonte di maggior credibilità nella storia dell'arte toscana del XIV secolo.
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