giovedì 14 marzo 2019

Il primo quattrocento a Firenze e in Toscana. Michelozzo

IL PRIMO QUATTROCENTO A FIRENZE E IN TOSCANA

La mediazione tra Gotico Intenrazionale e Rinascimento



Lorenzo Ghiberti. San Matteo. Orsanmichele. 1419-1422

Non ci fu una conversione di massa alle novità di Brunelleschi, Donatello e Masaccio, che artisti e committenti percepirono all'inizio come troppo radicali: non va dimenticato che, nel 1423, mentre Brunelleschi lavorava alla Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, mentre Donatello scolpiva la statua di Abacuc per il campanile di Giotto e mentre Masaccio comnciava la sua rivoluzionaria attività pittorica, la fiabesca Adorazione dei Magi dipinta da Gentile da Fabriano per Palla Strozzi trovava a Firenze un'accoglienza entusiastica. 
Un ruolo particolarmente importante svolsero quegli artisti che furono capaci di accordarlo con la tradizione gotica, rendendolo quindi più gradito al pubblico. 
Lorenzo Ghiberti, uno degli artisti maggiormente apprezzati a Firenze nella prria metà del secolo, in grado di armonizzare le proprie premesse terdogotiche con le novità rinascimentali, E' il caso del San Matteo che Ghiberti scolpisce per una delle nicchie di Orsnmichele, successivo alle innovative creazioni di Donatello per la stessa destinazione: pur mantenendo una posa in hanchement tipicamente gotica, l'elegante struttura ghibertina rivela una forte componente di naturalismo - di ascendenza donatelliana - nel volto dell'Evangelista e nell'avvolgente panneggio studiato dal vivo. 

MICHELOZZO



Michelozzo. Palazzo Medici-Riccardi. 1444. Firenze 



Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi (Firenze 1396-1472) fu anche scultore con Donatello, realizzò il monumento dell'antipapa Giovanni XXIII nel Battistero di Firenze e, coniatore di monete. Il linguaggio, basato su una intelligente mediazione tra l'opera di Brunelleschi e la tradizione medievale fiorentina, 
Architetto ufficiale dei Medici, Michelozzo guidò duue dei maggiori cantieri finanziati da Cosimo il Vecchio: quello del Cemento di San Marco (1437-1444) e quello di Palazzo Medici in via Larga, destinato a divenire il modello del palazzo signorile fiorentino. 

Palazzo Medici

Esso fu affidato a Michelozzo nel 1444. 
Per avere un'idea dell'originario progetto michelozziano, dobbiamo tenere presente che il palazzo subì, nel corso dei secoli, alcune sostanziali modifiche (nel XVII secolo fu tra l'altro allungato su entrambi i lati): esso era di forma cubica, assai compatto, ma alleggerito da una loggia d'angolo (chiusa nel Cinquecento). 
Distinto da fasce marcapiano a dentelli, l'esterno si presenta rivestito da bugnato: a renderlo meno solido e pesante è l'idea di guadagnare l'uso del bugnato nei tre piani diminuendone l'aggetto verso l'alto. 
All'interno, si articola intorno al cortile centrale, nel quale sono accostati con disinvoltura elementi classici ed elementi medioevali: il piano inferiore è costituito da un portico su colonne, al di sopra del quale corre un alto fregio con tondi raffiguranti gli stemmi medicei e riferimenti tratti dall'antico; il piano nobile è invece caratterizzato da un paramento in muratura con bifore che riprendono quelle delle'esterno, sulla sommità si apre, infie un'elegante loggia trabeata. 

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