L'arte in Mesopotamia
L'arte dei sumeri
Lo stendardo di Ur. 2500 a.C.
Sargon il Grande
Gudea re di Lagash. 2150 a.C.
I Sumeri stanziatisi per primi tra il IV e il III milennio a.C. nel sud della Mesopotamia, costituiscono la prima civiltà della storia. Realizzarono grandi città (tra le quali Ur, Uruk, Làgash, Umma, Erìdu, Nippur) e si dotarno della prima forma di scrittura sconosciuta, quella cuneiforme.
Le città sumere, difese da possenti mura con molteplici torri, si gestivano autonomamente riconoscendo ciascuna un proprio re, chi godeva anche di un preciso ruuolo di comando religioso.
Nell'arte sumera assunse molta importanza la scultura a tutto tondo e a rilievo. Già nel periodo protostorico (IV mill. a.C.), le opere figurstive manifestano un'accentuata tendenza naturalistica ed una evidenza plastica, pur mantenendo sempre un carattere simbolico.
L'uso di alabastro, gesso, lapislazzuli, oro, rame favoriva l'accentuazione del colorismo.
L'abilità raggiunta nell'uso di questi materiali rese fiorente anche l'oreficeria, arricchita dall'uso di pietre preziose. Ne sono testimonianza le straordinarie suppellettili trovate nelle tombe reali di Ur.
Le opere.scolpite a bassorilievo o incise, mostrano una grande varietà di temi: sacrifici, battaglie, scene di caccia, combattimenti di animali.
Particolarmente felice è la produzione di stendardi, pannelli decorati su entrambi i lati. Il cosiddetto Stendardo di Ur è un pannello ligneo, ricoperto su entrambi i lati da uno strato di bitume e decorato da intarsio con conchiglie, madreperla, lapislazzuli e calcare rosso.
Si sviluppa sui tre livelli sovrapposti (registri), separati da fasce ornamentali e presenta scene di guerra e di pace. Nel lato che raffigura un evento bellico, dal registro più basso scorgiamo, rispettivamente, l'assalto dei carri da combattimento, la sfilata dei soldati e dei prigionieri e la sottomissione dei nemici al sovrano, riconoscibile per la maggiore dimensione. Nel lato opposto, le scene di pace sono simboleggiate dal lavoro di artigiani e pastori.
La successione regolare delle figure non esclude soluzioni elastiche e ricche di movimento, favorite anche dalla policromia dell'insieme.
Forte è il senso di religiosità espresso nelle produzioni figurative sumere.
Le statue che raffigurano Gudea, re di Lagas, capitale del secondo regno sumerico (2000 a.C.). Le opere sono accomunate da uno schematismo convenzionale e caratterizzate da una forma chiusa e fortemente volumetrica.
Le figure sono spesso rigide e imponenti come colonne, il cui fausto è la veste liscia e luminosa del re. Le mani sono unite in atteggiamento rituale e in segno di contemplazione, i piedi nudi sono posti in modo da allungare la figura. Gli occhi spalancati e fissi, stanno a significare l'identità di sovrano e di divinità.
L'arte accadica
Agli Accadi, popolazione semitica presenta in Mesopotamia da nord-ovest, si deve, tra il 2340 e il 2230 a.C. circa, il primo tentativo di unificare politicamente e culturalmente la Mesopotamia.
Nelle arti figurative emerge comunque una netta differenza rispetto alla tradizine sumerica: alla immobilità astratta e trascendente delle statue di Gudea si contrappone il ritratto bronzeo di Sargon, dai nobili e marcati lineamenti che esaltano la fisicità della persona e le sue doti umane.
I rilievi della stele, quale quella del re Naram-sin, rimandano in primo luogo alle gesta terrene del re.
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