giovedì 8 novembre 2018

L'arte in Mesopotamia. La stele di Naram-Sim

L'arte in Mesopotamia

La stele di Naram-Sin


Stele di Naram-Sin. Susa 2254-2218 a.C. 


La stele di Naram-Sin fu rinvenuta a Susa, città dell'altopiano iranico appartenente al regno dell'Elam.
E' una lastra di calcare alta circa due metri, scolpita in bassorilievo su un lato. Fu realizzata tra il 2254 e il 2218 a.C,, periodo di dominazione del re Naram-Sin, per celebrare la vittoria dell'esercito accadico contro i Lullubiti, popolazione dei monti Zagros. E mostra il proprio ruolo di propaganda "imperiale": nella rappresentazione emerge infatti l'intento di esaltare la superiorità del popolo accadico e di celebrare il suo re. Presenta numerosi elementi naturalistici. Prevale tuttavia un certo sintetismo nalla composizione, suddivisa in tre parti. A sinistra, sono schierati i soldati vincitori, a destra è l'esercito sconfitto; sopra tutti, si eleva la figura reale di Naram-Sin. 
I soldati accadici proseguono in mondo ordinato: con la gamba sinistra avanzata e lo sguardo rivolto verso l'alto, richiamando le parate belliche. 
I vessilliferi, le cui insegne militari svettano alte e simboleggiano la vittoria sul nemico. L'esercito avversario, a destra, è in rotta, e i soldati si rivolgono imploranti al re vittorioso.
Un soldato mortalmente ferito e posto ai piedi del sovrano indica l'annientamento del nemico; un uomo che cade verso l'abisso simboleggia la dannazione; tre soldati imploranti sulla destra, alludono alla sottomissione. 
Il fruitore è indotto a seguire una lettura circolare in senso antioraro, a partire dei guerrieri che osservano imploranti re, fino alle figure calpestate dal nemico e, infine, al soldato che cade dalla rupe. In mezzo si inscrive l'elemento naturalistico di una pianta dal tronco contorto e dalle ramificazioni dettagliate, che dona maggir movimento all'insieme. Le linee di forza si orientano dal basso verso l'alto, da una parete all'altra della stele. Gli occhi dei vincitori portano chi guarda a salire verso gli sconfitti: "rimbalzando" su questi ultimi e seguendone l'orientamento dello sguardo, siamo obbligati come loro a portarci verso il re. 
In questo percorso ci aiutano le insegne dei vincitori, il braccio alzato implorante dei vinti, la freccia del soldato trafitto che indica il re stesso. 
Dichiarata separazione tra cosmos, espresso nel disordine dei nemici, realizzando così una coerenza ideologica tra il mondo ed il regno. 
E' molto più grande delle altre figure ed è colto subito dopo aver scoccato la freccia che ha colpito un nemico. Egli ha ormai assunto un carattere divino, come si evince dalla tiara a corna sacrale che indossa. 
Sulla cima della montagna troneggiano dei simboli astrali, a suggellare la benevolenza celeste verso l'azione compiuta dal sovrano.

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