Le premesse del Novecento
L'Art Nouveau
Inghilterra e Scozia
William Morris, Narcisi. 1891
Aubrey Beardsley, Climax 1894
Il precedente più diretto viene trovato in Gran Bretagna ed è legato al nome del pittore, archietto e teorico inglese William Morris (Walthamstowh 1834 - Londra 1896). Nel 1861 fondò una società che produceva tappezzerie e vetrate, oltre che mobili. La sua invenzione più caratteristica fu l'arabesco floreale, di chiara ispirazione orientale, con il quale creava i suoi pattern decorativi: il classico segno a colpo di frusta (la curva di una linea subisce un improvviso cambiamento di direzione, come accade in un colpo di frusta) uscì per la prima volta dal suo studio.
Tipico rappresentante dell'Art Nouveau in Gran Bretagna fu Aubrey Beardsley (Brighton 1872 - Mentone 1898), che si espresse quasi esclusivamente nella grafica.
La sua opera più nota è costituita dalle allucinazioni per il poema Salomé di Wilde, dove l'ambiguo erotismo dallo scritore venne raffigurato attraverso una forte bidimensionalità dell'immagine, appiattita sui toni contrastanti del bianco e nero, e caratterizzata dalla linea serpentinata, dalle code di pavone stilizzate, dalla testa viperina di una donna ossuta e longilinea.
In Scozia emerse una delle personalità più innovatrici e geniali del momento: Charles Rennie Mackintosch (Glasgow 1868 - Londra 1928). L'architetto di Glasgow diede un'interpretazione dell'Art Nouveau del tutto personale, fondata sulla sintesi delle forme: gli infissi diventano anche armadi o cimaises, gli arredi sono spesso concepiti anticipando l'idea del componiibile, il singolo pezzo deve sempre potersi integrare e mimetizzare nell'insieme.
Nella biblioteca della scuola d'arte di Glasgow è impossibile distinguere gli elementi strutturali architettonici da quelli che hanno funzione d'arredo: l'esterno sembra scaturire dall'interno, essendo entrambi compenetrati in un unicum organico.
L'asse Glasgow - Vienna
Charles Rennie Mackintosh. Facciata della scuola d'arte di Glasgow. 1907 - 1909
Josef Hoffmann. Villa Moser 1903
Mackintosh, fu estremamente influente in Austriadove comparve nelle esposizioni della Secessione: è stato perciò identificato un asse Glasgow-Vienna caratterizzato dalla supremazia del volume sulla linea, dalla logicità delle strutture come valore che prevale sulla piacevolezza, dalla tendenza a pensare un design riproducibile nonostante la massima parte dei modelli creat in quest'ambito siano poi stati pezzi unici.
Risposero all'influenza di Mackintosh soprattutto Josef Hoffmann (Pirnitz 1870 - Vienna 1956), che espresse il suo geometrismo rigoroso soprattutto in ville private come Villa Moser a Vienna (1903), e Joseph Maria Olbrich (Troppau 1867 - Düsseldorf 1908), che progettò l'edificio della Secessione viennese.
In questo caso dell'Art Nouveau austriaca, definita come Jugendstijl, le tenndenze funzionali e geometriche si incrociano con suggestioni floreali e riferimenti all'architettura mediterranea, soprattutto islamica, che Olbrich aveva assorbito nel corso di un suo viaggio in Tunisia.
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