Capire l'arte del novecento
Marcel Duchamp, La bagarre d'Austerlitz 1921
Man Ray, Venere restaurata 1936-1971
Secondo lo studioso americano George Kubler, erede teorico di Henri Forillon, le opere d'arte e i manufatti in generale rappresentano la "forma del tempo", ovvero danno un aspetto visibile a quel trascorrere invisibile della storia che conduce da un'epoca a un'altra, da un insieme di valori a uno successivo, da un novero di tecniche a uno nuovo.
Non si comprende l'arte del Novecento se non si inizia da questo punto: in nessun secolo l'umanità è cambiata tanto radicalmente, nel suo modo di vivere così come di pensare.
Piet Mondrian. L'albero rosso, 1909-1910
Piet Mondrian. L'albero grigio 1911-1912
Piet Mondrian. Melo in fiore 1912
Le immagini mostrano il progressivo abbandono della figura e la crescente influenza della scomposizione cubista dello spazio.
La linea curva scompare gradualmente.
La standardizzazione dell'agricoltura, la medicalizzazione del corpo col conseguente aumento della vita media, la nascita di strumenti informatici e comunicativi che sono diventati vere protesi del nostro corpo; lo spostamento della produzione dall'artigianato all'industria e la nascita del settore dei servizi, cosiddetto terziario, sempre più prepotentemente presente nei processi economici, l'assunzione di un nuovo ruolo da parte della donna, la liberalizzazione da parte della sessualità dal fine riproduttivo: la nascita di nuove forme di famiglia, la costruzione di armamenti dagli enormi potenziali distruttivi...questi e altri elementi possono darci un'idea di quanti cambiamenti l'uomo abbia dovuto affrontare e metabolizzare e con lui l'arte.
C'è stata una vasta fase di rifiuto della tradizione precedente, che si avvertiva come poco consentanea ai tempi nuovi: già la fine della pittura di storia e mitologia, segnata dall'impressionismo e dai movimenti immediatamente seguenti, aveva risposto a una rivalutazione volontaria del quotidiano, del qui e ora, del momento presente rispetto al "sempre" e "all'assoluto" celebrati da un' arte più accademica.
Nel 1900 Sigmund Freud pubblica l'interpretazione dei sogni, libro in cui, attraverso il concetto di inconscio, si mette in dubbio che un individuo possa pervenire a una vera coscienza di sè. Il 1905 vede la prima formulazione da parte di Albert Einstein della teoria della relatività: in questo caso l'incertezza non riguarda l'interno della persona ma il mondo in cui ci si trova a vivere, di cui vengono messe in crisi persino le leggi fisiche più assodate. Rivolta e ripensamento della tradizione sono i due poli tra cui si svolge, quindi, la ricerca artistica del secolo. I tempi corrono veloci e i movimenti artistici si accavallano, nel primo quarto del secolo, con una rapidità che non sarebbe mai più stata raggiunta.
Vasilij Kandinskij. Due ovali. 1919
Sono le cosiddette avanguardie storiche:
dal Fauve (1905), all'Espressionismo (1907), al Cubismo (1907). al Futurismo italiano (1909) e poi russo, al Suprematismo di Malevic e al Costruttivismo di Tatlin (1913), al Dadaismo (1913/7), alle ricerche astratte (19109 che compresero il Neoplasticismo di Mondrian e De Stijil (1917) e il Bauhaus (1918). E ancora Metafisica (1917) e Surrealismo (1914) e molti altri movimenti come la Nuova Oggettività, Realismo Magico.
In questo inseguimento di pratiche e di teorie artistiche, davvero all'ultimo respiro, si avvertiva la volontà di dare una forma al mondo e di pensare la storia come un tutto coerente e sensato. Gli artisti fino a che si potè credere nel futuro, si accanirono a firmare manifesti e a formulare teorie.
Dopo l'era atomica, dopo Auschwitz dopo il crollo dei comunismi, dopo che inevitabilmente l'idea di progresso si è scissa in molte sfaccettature per le quali non è possibile giudicare facilmente cosa sia bene e cosa sia male, anche gi artisti visivi hanno iniziato ad elaborare un lungo disorientamento.
Jackson Pollock. Cattedrale 1947
Andy Warhol. Le venticinque Marilyn. 1962
Collage, assemblaggio di oggetti trovati, estensione dell'opera nell'ambiente, performance che coinvolge il corpo, utilizzo della fotografia e della cinepresa, vengono poi rigettate in favore di un "ritorno al mestiere", ma anche rimeditate nel corso di tutto il Secondo Dopoguerra. La messe di innovazioni e di stimoli accumulata nel primo novecento fu tale che ci volle tutto il resto del secolo per sondarne a fondo le conseguenze, anche includendo in questo lavoro di scavo l'apporto di tecnologie prima indispensabili. Matura nel contesto del Secondo Novecento, infatti, la nascita e la crisi dell'idea di Avanguardia.
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