La preistoria
Le prime forme di architettura
Il villaggi del Neolitico
I Sassi di Matera
Le pime forme di architettura rislagono al tempo in cui l'uomo si è stabilito in comunità sedentarie, dando origine a veri e propri villaggi.
Villaggi palafitticoli, le cui case sono cioè elevate su piattaforme sostenute da pali conficcati nel terreno.
Nella metà dell'Ottocento, il ritrovamento di palificazioni nel lago di Zurigo veva suggerito l'ipotesi che nei villaggi palafitticoli le case, allineate per file parallele, sorgessero su piattaforme lignee suu pali molto alti confitti nelle acque del lago.
La distanza dalla riva sarebbe stata giustificata da ragioni di difesa e confermata dal buono stato di conservazione degli oggetti in legno, argila e fibre vegetali ritrovati al loro interno.
Le palafitte non furono erette su laghi o zone paludose, ma in villaggi di terraferma. Ciò sarebbe dimostrato dal fatto che proprio il progressivo aumento del livello dei laghi e l'estenzione delle zone paludose avrebbe determinato l'abbandono dei villaggi, gradualmente immersi dall'acqua.
Dall'Età msolitica sono frequenti centri con abitazioni dal pavimento elevato su una palificazione. Tali soluzioni furono ampiamente diffuse nelle regioni alpine.
Le Terramere, generalmente quadrangolari, questi insediamenti erano delimitati da un argine e da uno fossato. Risalgono alla media e recente Età del bronzo (1600-1200 a.C.), quindi in Emilia si verificò una forte espansione demografica che detrminò la fondazione di circa 60 villaggi.
Un altro tipo di insediamento neolitico è ottenuto scavando in modo sistematico ke abitazioni nella pietra e tra gli anfratti del terreno.
L'esempio più viistoso in Italia è costituito dai Sassi di Matera, composti di caverne scavate nel tufo, parzialmente sovrapposte disposte lungo un ripido pendio. Il primo stanziamento risale a circa 10000 anni fa e divenne in poco tempo un vero e proprio villaggio. Le parti scavate e quelle costruite si compenetrano, in modo che il tetto di un'abitazione diventi la strada di accesso all'altra superiore.
Le costruzioni megalitiche
Carnac. Bretagna
Dolmen di Bisceglie (Bari)
All'ultima fase del Neolitico e alle successive Età del rame e del bronzo risalgono le grandi costruzioni megalitiche (dal greco mégas, grande, e lìhos, pietra). L'inizio della civiltà megalitica segnò la fine dell'età neoolitica e il principio della eneolitica, intorno al 4000 a.C.
Tra i tipi di megaliti più diffusi ricordiamo il menhir (dal bretone men, pietra, e hhir, lunga), costituito sa una pietra conficcata nel terreno, di forma troncoconica o parallelepipeda posta probabilmente ad indicare un lugo di sepoltura. Sono alti mediamente da 2-3 metri a 6 metri; possono tuttavia raggiungere altezze elevatissime, come il menhir di Kerolas in Bretagna (alto 9,5 metri, ma un tempo ancor più elevato) e quello di Locmariaquer (alto 23,5 metri).
Il dolmen (dal bretone tol, tavola, e men, pietra) è costituito nella forma più semplice, da due blocchi lapidei infissi nel terreno, cui è sovrapposta una lastra orizzontale. Fu utilizzato dal III al I millennio a. C nell'Europa atlantica (dalla Scandinavia al Portogallo) e mediterranea. ll dolmen ha carattere sepolcrale: può essere una tomba individuale o collettiva.
Questo sistema costruttivo è il primo utilizzato dall'uomo e prende il nome di trittico, perché composto da tre pietre: due verticali, i piedritti, che sostengono una terza orizzontale, l'architrave.
I dolmen erno in origine ricoperti di tumuli di petrame o di terra (cairn).
In Italia, i più antichi dolmen sono quelli rinvenuti in Sardegna, regione posta al centro di importanti traffici marittimi, nelle Puglie e, nell'Età del rame, nella regioe alpina.
I cromlech (dal bretone crrom, rotondo, e lech, pietra), serie di dolmen disposti in modo da formare figure circolari concentriche.
Nella penisola salentina sono numerosi i menhir e i dolmen ritrovati nelle campagne. Per molti di essi si è verificato l'orientamento secondo preciise direzioni economiche, riferite in particolare al Sole e alla Luna.
Il dolment di Bisceglie, il più imponente, è introdotto da un percorso d'ingresso orientato.
Aosta megalitica
Aosta. Stele detta n.3 sud
Ad Aosta, nel quartiere Saint Martin de Corleans, si trova la più vasta area di resi megalitici mai rivenuti in Italia.
Databli a partire dal III millennio a.C., testimoniano una società economicamente e culturalmente evoluta rispetto alle società coeve.
Si tratta forse di un'area sepolcrale, in cui venivano celebrate anche cerimonie rituali. In venti anni di scavi sonno state rinvenute tombem reperti, stele antropomorfe, dolmen ed alri segni, come buche per palificazioni ed arature sacre.
Gli allineamenti seguono l'oriientamento di un'area arata e rispondono a precise connessioni astronomiche, riferibili a cicli solari e lunari. Tutti sono rivolti, al Sorgere del sole nel solstizio d'inverno.
I lati del basamento triangolare su cui si poggia il dolmen denominato tomba II, sono orientati secondo direzioni astronomiche: il tramonto e l'alba al solstizio invernale, il tramonto della Luna nella sua massima declinazione.
La disposizione delle stele antropomorfe, accostate le une alle altre e quasi tutte di altezza compresa tra i due e i tre metri, seguono due allineamenti ortogonali, all'interno dell'area sacra.
I templi di Malta
Stanza principale dell'ipogeo di Hal Saflieni
Dall'inizio del IV alla metà del III millennio a.C. l'arcipelago maltese fu interessato da un'intensa base costruttiva, momento di fioritura commerciale ed economica.
Le testimonianze più importanti, per la novità delle tipologie e per la quantità dei ritrovamenti, sono i complessi monumentali dei santuari. Al loro interno, i grandi templi (ne sono stati individuati circa trenta nell'arcipelago) derivano probabilmente dalle spolture collettive ipogee, documentate a partire dalla fine del V millennio a.C.
Nell'età dei complessi templari la popolazione dell'arcipelago, che era pari a circa 10000 abitanti era organizzata in villaggi.
I templi sorgevano su alture o presso guadi o approdi. In alcuni casi essi si concentravano in aree più densamente abitate.
La prima fase di questo fenomeno, attestata tra il 3600 e il 3000 a.C., prende il nome del sito di Gantija ("Torre dei giganti"), nell'isola di Gozo. Architettura templare con pianta a lobi: un corridoio centrale distribuisce simmetricamente locali absidati, dietro ai quali tre ulteriori vani si dispongono attorno ad un cortile. Questa distribuzione è rimasta pressoché invariata nel tempo, anche tra la fine del IV e la metà del III millennio ha acquisito una maggiore articolazione spaziale.
Tutti i complessi sacri sono perimetrati da un possente muro a forma di D.
Gli edifici templari potevano raggiungere i nove metri in altezza. Le facciate insistevao su ampi cortili, mentre i blocchi di pietre erano disposti ordinatamente su filari orizzontali in alto e verticali in basso. L'ingresso è di norma inquadrato da tre grandi monoliti.
Gli interni erano spesso intonacati e dipinti, talvolta arricchiti da rilievi a motivi geometrici e figure animali che componevano un ricco apparato iconografico.
Sono state rinvenute anche statue e figure votive. Esemplari sono le figurine della dea obesa, distesa su un letto e dormiente, come quella ritrovata nell'ipogeo di Hal Saflieni, capolavoro dell'arte preistorica maltese. Essa era forse rappresentazione del passaggio tra la veglia ed il sonno, quindi tra la vita e la morte.
Il complesso megalitico di Stonehenge
Complesso megalitico di Stonehenge, nella contea di Wiltshire. Inghilterra
Il più importante e celebrato dei comlech è quello di Stonehenge, eretto nella contiea di Wiltshire in Inghilterra.
Realizzato in tre fasi tra il 3100 a.C. e il 1500 a. C.; presenta una struttura circolare formata da 30 monoliti allineati e sormontati da architravi in modo da costituire una sequenza continua di triliti. Sono alti quattro metri e delimitano una circonferenza del diametro di circa 30 metri.il cromlech è circndato da un fossato di circa 98 metri di diametro e 6 di larghezza; all'interno un'ulteriore struttura a forma di ferro di cavallo corrisponde forse ad un cerchio non completato. In alcune pietre sono rimaste tracce di figure incise.
Il complesso sarebbe stato in Età preistorica un osservatorio astronomico. I costruttori di Stonehenge avrebbero disposto i monoliti, allineamenti che corrispondono alle posizioni del Sole nei solstizi d'estate e d'inverno.
Le 56 buce poste nell'anello esterno: sarebbero servite a contare gli anni (appunto 56), che separano, ciclicamente, un'eclissi solare dalla successiva.
Utilizzato per circa due millenni, come calendario, come uno strumento per compiere osservazioni astronomiche e per fornire predizioni e forse come area sacra e cimiteriale.
Alcuni monoliti, in pietra azzurra di dolerite screziata, provenivano da cave gallesi distanti 230 km. Alla prima fase, intorno al 3100 a.C. risalirebbero lo scavo esterno, il cerchio più piccolo e concentrico con el 56 buche e l'erezione di due pietre d'ingresso sul lato nord-occidentale (una sola, tuttavia, è ancora in sito). Una seconda fase potrebbe risalire al 2100 a.C., quando furono portate in sito e collocate le circa 80 'pietre azzurre' formanti il cromlech.
In una terza fase, a partire dal 2000 a.C., furono disposte le pietre interne, provenienti da cave non molto distanti da Stonehenge. Di queste, solo sette sono oggi in sito.
Un'ulteriore fase vide il collocamento di circa 20 'pietre azzurre? disposte ad ovale e, intorno al 1500, la formazione di altri due cerchi concentrici e la disposizione di ulteriori monoliti.
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