mercoledì 28 febbraio 2018

Firenze: la svolta rinascimentale. Il rinascimento. Il rinascimento nelle arti figurative. L'invenzione della prospettiva. Un nuovo approccio all'antico. Il ruolo del De Architectura di Vitruvio nella teoria architettonica rinascimentale.

FIRENZE: LA SVOLTA RINASCIMENTALE

IL RINASCIMENTO

Il rinacimento nelle arti figurative: caratteri principali

Le art figurative vengono investite dalla stessa volontà di rinnovamento delle lettere.
Ricerche portate avanti nel corso del Trecento (per esempio quelle sulla resa dello spazio) trovano ora un approfondimento tale da configurarsi come una svolta radicale.

L'invenzione della prospettiva


Sarcofago di Marte e Rea Silvia 


La rappresentazione dello spazio: viene ora vincolata a regole geometriche, viene siistematizzata: nasce, ad opera di Filippo Brunelleschi, la prospettiva centrale, un sistema in grado di rappresentare su un piano (bidimensionale) la tridimensionalità degli oggetti e la loro posizione nello spazio. Brunelleschi, sperimentòi risultati delle sue ricerche in due tavolette, ora perdute, raffiguranti il Battistero di San Giovanni visto dalla porta centrale di Santa Maria del Fiore e Piazza della Signoria vista dall'angolo nord-occidentale (da dove l'attuale via dei Calzaiuoli si immette nella Piazza). 
L'immagine del Battistero era stata dipinta da Brunelleschi su una lastra d'argento brunito, sulla quale si specchiava il cielo vero. La tavoletta non doveva essere guardata direttamente, bensì riflessa in uuno specchio attraverso un foro procurato sul retro della stessa. Lo spettatore osservava così l'immagine dell'unica posizione corretta, (quella che permette di realizzare l'illusione della profondità), in coincidenza con il punto di vista, centro della composizione. 
Con questo esperimento Brunelleschi voleva dimostrare che le rette ortogonali, tra loro parallele nell'oggetto da raffigurare, concorrono, nella rappresentazione, in un unico punto di fuga, definito dall'artista. 
Stabilendo un punto di vista ed un punto di distanza, egli poteva giungere - mediante i teoremi sulla similitudine dei triangoli della geometria euclidea - a definire le diminuzione di dimensione proporzionalmente alla distanza dallo spettatore. 
Se a Brunelleschi spetta l'invenzione della prospettiva, a Leon Bttista Alberti, va il merito di averne codificato il sistema trattandolo teoricamnte nel De Pictura (1436).
La prospettiv non è che uno dei modi possibili per rendere una convenzione rappresentativa, basata su un'astrazione matematica, che noi sentiamo naturale solo per abituine. Il nostro occhio vede in realtà in modo diverso: percepisce linee curve anziché rette e vede immagini sfocate ai margini. 

Un nuovo approccio all'antico


Donatello. Busto di Niccolò da Uzzano. Firenze


Nanni di Banco. San Luca. 1408-1413



Mancava al Medioevo la coscienza che i classici "appartenevano a un mondo remoto e concluso". 
L'acquisizione di questa consapevolezza è una delle maggiori conquiste del Rinascimento: è un cammino lungo e complesso, nel quale gli umanisti vengono perfezionando la pratica della filologia e gli artisti prendono sempre più consapevolezza delle peculiarità dell'arte antica e di ciò che la differenzia dalla loro. 
L'antico viene indagato dagli artisti rinascimentali con la volontà di ritrovarne lo spirito. E' ciò che si propone ad esempio, il Busto del patrizio fiorentino Niccolò da Uzzano realizzato da Donatello, che riporta all'attualità la tipologia romana del busto-ritratto, pur senza piegarsi ad una pedissequa imitazione. 
Nanni di Banco, una delle principali personalità del primo Rinascimento, impegnato in una precoce e sentita rivitalizzazione della tradizione scultorea romana, come dimostra la statua di San Luca, eseguita dal maestro per la tribuna del Duomo fiorentino. 
La nuova attenzione per l'uomo fa sì che gli artisti ne studino le proporzioni, la precisa rappresentazione anatomica, la resa dei moti dell'animo. Ne deriva un'arte che dà importanza alla sintesi, concentrata sulla rappresentazione dell'elemento umano, priva di orpelli decorativi. 

Il ruolo del De Architectura di Vitruvio nella teoria architettonica rinascimentale


L'Uomo di Vitruvio


In architettura, il recupero dell'antico avviene, anche tramite l'approfondimento del testo del De architectura di Vitruvio ingegnere militare e tecnico negli anni di Cesare e del secondo triumvirato. 
L'ampio e spesso disorganico testo vitruviano si occupa di disparati argomenti: si va dalla ricostruzione della nascita dell'umanità, e dell'edilizia alla trattazione della cultura e della formazione necessarie all'architetto, alle nozioni sui materiali costruttivi, sugli edifici e sulle loro tipologie, all'astronomia, alla descrizione precisa di macchine civili e militari. 
Il De Architectura fu posseduto da Petrarca, Niccolò Acciaiuoli e forse anche dal Boccaccio. 
Con il Quattrocento l'interesse per il trattato latino passò dall'ambito dei letterati a quello degli artisti, che presero ad approfondirlo. affidandovi lo studio degli antichi edifici romani. 
I testo latino, veniva incontro nel Rinscimento a molte attese degli architetti: oltre a poter essere utilizzato come valido repertorio storico sugli artisti classici, ricco di aneddoti e decorazioni di antiche opere perdute, esso costituiva uun immenso bagaglio di dettagli tecnici e di notizie sugli edifici, sugli ordini, sulle decorzioni. 
Vitruvio, nel Libro I, aveva tracciato un profilo assai lusinghiero dell'architetto, che doveva possedere un'ampia cultura generale, di ottica, medicina, acustica, filosofia. Egli era mosso da un'esigenza molto sentita anche dai suoi "colleghi" rinascimentali: quella di conferire alla figura dell'architetto un forte prestigio sociale e culturale. L'architettura è imitazione dell'ordine "provvidenziale"della natura e per questo chi la esercita deve essere dotato di vasta e ricca cultura. 
Se a Leon Battista Alberti si deve - con il De Aedificatoria (1452) - la trattazione organica e personale di buona parte degli argomenti messi in campo dal de Architectura, a Francesco di Giorgio Martini era riconosciuto il merito di aver tentato per primo l'immane impresa di una traduzione integrale del trattato vitruviano. 
L'interesse per il De Architectura non venne meno nel corso del Cinquecento, quando videro la luce la splendda ediizione del 1511 a cura di Frà Giacomo da Vwerona, in grado di restituire un testo, corredato da un ricco apparato iconografico, e la prima versione italiana a stampa del trattato latino, pubblicata a Como nel 1521ad opera del pittore e architetto milanese Cesare Cesariano. 

https://www.facebook.com/MadameVrath/
https://www.linkedin.com/in/madame-vrath-402a3a3b/
https://twitter.com/MadVrath
https://plus.google.com/u/0/+MadameVrath
https://www.reddit.com/user/MadameVrath/
https://allmadamevrath.tumblr.com/

Nessun commento:

Posta un commento